L’associazione “Difendere la vita con Maria”, da anni stringe accordi con ospedali, aziende sanitarie e Comuni, occupandosi della sepoltura dei feti abortiti, quelli che la legge definisce “prodotti abortivi”.  L’associazione di Don Maurizio Gagliardini considera infatti “bambino” ogni forma di vita intrauterina successiva all’atto del concepimento.

Spesso la sepoltura viene tenuta nascosta a mamma e papà che non sanno che, a 24 ore dall’interruzione della gravidanza, se nessuno fa un reclamo, per loro cessano i diritti di proprietà sul feto. Così è la legge. 

La legge infatti prevede che i feti di presunta età intrauterina superiore alle 20 settimane vengano seppelliti, al pari di tutte le parti anatomiche riconoscibili (solitamente arti oggetto di amputazione). Le parti anatomiche non riconoscibili (quindi anche i prodotti del concepimento di età inferiore alle 20 settimane di vita intrauterina) devono essere smaltiti come rifiuto speciale ospedaliero.

L’associazione “Difendere la vita con Maria” invece da una sepoltura a tutti i bambini mai nati e per bambini si intende ogni forma intrauterina successiva all’atto del concepimento. Non esiste nessuna distinzione tra embrione o feto. L’attività di “Difendere la vita con Maria” è iniziata a Novara e si è diffusa nella vicina Lombardia fin dai primi anni dello scorso decennio.

Le convenzioni attive ad oggi son circa 40. 

Chi fa parte del gruppo spiega lo scopo di tutto ciò:

“Nello spirito dell’associazione conta poco (o niente) la volontà del genitore. Che si pratichi una interruzione volontaria di gravidanza (che rappresenta la maggioranza dei casi), che si patisca un aborto spontaneo o si programmi un aborto terapeutico, entro 24 ore dall’espulsione o dal raschiamento, i genitori o gli aventi diritto possono reclamare il feto (o l’embrione) per occuparsene in prima persona. Decorso questo termine sarà l’ospedale a farsene carico (ed è questa la circostanza più frequente). Di norma, gli ospedali che non hanno stretto accordi con Advm procedono secondo la legge.”

Negli anni, i deputati del partito dei Radicali hanno fatto notare più volte che affidare i feti e gli embrioni abortiti nelle mani di un’associazione religiosa che li seppellisce in un cimitero con un vero e proprio rito funebre, senza il consenso esplicito dei genitori,è contro il diritto di libertà di scelta dei cittadini.

 

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