Denise Pipitone, chiesti 15anni al colpevole. Il caso è davvero risolto?

Il pm ha chiesto la condanna di Jessica Pulizzi, sorellastra della piccola Denise Pipitone. La requisitoria inizia con la cronaca della giornata della scomparsa: “Il primo settembre 2004, tra le 11.45 e le 11.50, in via La Bruna, a Mazara del Vallo, Denise Pipitone scompare. In quel momento era affidata alla nonna materna e giocava per strada. Poi, improvvisamente, il buio”. 

Per Jessica sono stati chiesti ben 15anni di carcere, ciò che secondo il magistrato la ragazza merita per sequestro di minorenne, mentre per il suo ex compagno, il tunisino Gaspare Ghaleb, la Procura ha chiesto 5anni e mezzo. In aula, a sostenere l’accusa, i pm Francesca Rago e Sabrina Carmazzi hanno difeso le indagini condotte in un segreto istruttorio spesso scambiato per inerzia. Sul perchè Jessica avrebbe fatto un simile gesto non ci sono dubbi: il movente è sicuramente la gelosia. Denise era nata da una relazione extraconiugale tra il padre di Jessica e Piera Maggio.

“L’ultima arrivata poteva sottrarle l’affetto del padre Piero Pulizzi ; Jessica, il primo settembre 2004, sapeva che Denise era sua sorella”. 

Molti i conflitti tra la Maggio e l’ex moglie di Pulizzi, Anna Corona. Tutte le piste investigative son state battute, ma in piedi è rimasta solo quella che vede al centro del ciclone Jessica, l’unica a non avere un alibi e ad avere invece un movente.

“Alle 12.02 del primo settembre Jessica telefona al fidanzato Gaspare Ghaleb per chiedere aiuto dopo avere preso Denise, ma Ghaleb nega la telefonata. Sin dalle 11.13 il telefono di Jessica è agganciato da una cella che copre la zona dell’abitazione di Denise. Dove ha portato la bambina?”  Secondo l’accusa Jessica sarebbe tornata a casa a far vedere la bambina al padre chiedendogli se fosse sua figlia, ma Piero non era a casa. Lo stesso ha poi dichiarato di aver spesso sospettato della figlia. Sospetti che trovano conferma nell’interrogatorio dell’11 settembre 2004:  “Finalmente, Jessica si apre con la madre, ma Anna Corona, compresa la gravità, la interrompe. Anche la madre, dunque, sospetta della figlia”

Articolo originale pubblicato il 18 giugno 2013