Vi avevamo già raccontato di Mia Landigham, la donna che fu assolta nonostante uccise il suo partner “grazie” alla sindrome premestruale. Proprio così, il suo periodo ormonale giustificò il delitto.

Secondo il magistrato l’omicidio sarebbe stato involontario, poiché, causato dalla sindrome premestruale dell’assassina. La pena della Landigham? Semplicemente 3 anni con la condizionale e cento ore di affidamento ai servizi sociali. Neanche un giorno di galera quindi.

I parenti della vittima hanno reagito alla sentenza con rabbia e incredulità, mentre la donna è apparsa sollevata, anche perché grazie alla “non colpevolezza”, potrà continuare a badare al sostentamento dei suoi 3 figli.


Ciò che spaventa è che questo caso ha creato un precedente che potrebbe legittimare molte donne “killer” che possono farsi forza per via dell’alibi della sindrome premestruale.

Cosa pensate? La questione è sicuramente decisamente controversa. 

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