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L’amore è cieco e rende ciechi, si dice… Ma non è sempre così, a volte la consapevolezza che qualcosa va male ci arriva come un pugno allo stomaco, un dolore che sembra poggiare solo su ipotesi ma che intimamente ha basi molto più solide, che ci spaventano tanto da spingerci a soprassedere e ad andare avanti con la nostra vita di coppia, come se nulla fosse.

Ci sono però alcuni campanelli di allarme che dovrebbero indurci a riflettere, a chiederci se è proprio così che ci sogniamo la Storia d’amore per eccellenza. Vediamoli insieme!

 

Come fare a riconoscere quando la nostra storia di coppia è al capolinea e quello che un tempo era amore non si è invece trasformato in amicizia fraterna o in tutt’altro?! Teniamo a mente due piani: il piano psicologico ed il piano più fisico.

 

Dal punto di vista psicologico

Con il passar del tempo, magari dopo anni di frequentazione o anche dopo meno, è necessario rendersi conto di quali sono i sentimenti che proviamo verso il nostro partner, chiamiamoli per nome, identifichiamoli soprattutto quando lo rivediamo dopo un periodo di assenza: siamo allegri nel rivederlo? Siamo felici? Sentiamo il desiderio di abbracciarlo o baciarlo? Siamo sollevate dal poter stare di nuovo vicino a lui?

Se pensiamo a lui, come valutiamo le sue qualità fisiche e psicologiche? Se quando abbiamo deciso di intraprendere la storia con lui, la valutazione era maggiormente positiva, ora com’è?

O ancora: quando ci lasciamo andare alla fantasia sul futuro, su possibili situazioni piacevoli come un viaggio, un nuovo lavoro, un acquisto importante, una festa… il nostro partner è sempre presente, quindi coinvolgiamo anche lui, oppure sono fantasie che coinvolgono solo terze persone?

Invece, quando pensiamo a lui, alla nostra storia, al nostro passato insieme, cosa ci viene in mente maggiormente? Esperienze e situazioni positive o negative?

Ed infine… riflettendo bene su quali siano le nostre priorità, ritenete di tener conto delle necessità del partner come avete sempre fatto? Oppure ultimamente avete notato di trascurare i suoi bisogni sessuali, spirituali, psicologici, fisici, materiali ecc ecc?

Tendenzialmente, il campanello d’allarme deve essere lo squilibrio, il troppo o il troppo poco: situazioni estreme, attenzioni eccessive, un’alta frequenza di “interrogatori”, litigi, offese…

 

Dal punto di vista fisico

Anche dal punto di vista più comportamentale ci si può render conto di aver preso un po’ le distanze da un contatto più diretto con il proprio partner.

Spesso si è perso lo slancio per le manifestazioni e le espressioni di affetto, per la tendenza ad elogiare l’altro, a farlo protagonista di attenzioni, di regali, di piccole carinerie…

A volte addirittura si evita proprio il contatto fisico oppure lo stesso provoca più sensazioni sgradevoli che sollievo e piacere.

Questo chiaramente si ripercuote anche nella vita sessuale poiché parallelo a ciò c’è anche un rifiuto per il sesso, mancanza d’iniziativa e partecipazione, scarso desiderio erotico e quindi la creazione di vere e proprie situazioni di evitamento: il classico “mal di testa”, l’impossibilità a dormire insieme o disturbi spesso di natura psicosomatica come l’impotenza, l’anorgasmia, vaginismo… Pensandoci con attenzione ci si può render conto di mostrare sempre più di rado manifestazioni d’amore verso il proprio partner, a differenza invece di occasioni sempre maggiori per esprimere malumore, noia, depressione, insofferenza, ansia, tristezza…

Stiamo vivendo forse una situazione di coppia che non ci entusiasma più e quindi è normale che l’intolleranza aumenti, anche se a livello conscio non ne conosciamo il motivo.

Sono questi i casi in cui si presta anche meno attenzione all’aspetto fisico, per un’uscita insieme si arriva a trascurare il look, la cura personale, il trucco…

In casi estremi, si arriva anche a guardare le persone dell’altro sesso in modo più “interessato”, aumentano infatti le infedeltà o comunque l’intenzione e la voglia di infedeltà, anche se poi è una possibilità che non si concretizza. Ed in questi momenti di “debolezza” della coppia è frequente anche un aumento della gelosia: la gelosia per gli ex, per un collega più presente di altri, per le amiche con cui si esce di più… una tendenza che se esasperata, porta purtroppo a situazioni ben più gravi come violenze fisiche, stalking e omicidi.

Il sintomo più palese però, anche per chi ci vive intorno, è l’aumento di litigi, conflitti ed offese. E’ vero che “l’amore non è bello se non è litigarello” ma sono gli estremismi che dovrebbero far riflettere: se ogni occasione è buona per punzecchiare l’altro, per rimproverargli limiti e mancanze, per far pesare errori rilevanti e non, allora c’è qualcosa che non va!

 

Quindi… che fare?!

 

Il consiglio più importante è non mettere la testa sotto la sabbia!

Non siamo perfetti, nè infallibili nei rapporti con gli altri quindi accettiamo la crisi, consideriamo i nostri limiti, riflettiamo su quanto sia importante per noi il nostro partner e muoviamoci di conseguenza.

  • Ci siamo resi conto che c’è tanto affetto ma l’amore si è esaurito? Siamo sinceri con lui e con noi stessi, affrontiamo il discorso e prendiamo una decisione con coerenza ed impegno.
  • Ci rendiamo conto che è proprio lui o lei il partner che vogliamo accanto?! E allora impegniamoci per far funzionare le cose, confrontiamoci, veniamoci incontro, cerchiamo compromessi, ritroviamo la voglia e l’energia per essere felici insieme!

 

Spesso è utile chiedere il sostegno di un professionista, uno psicologo di coppia che ci sostenga in un percorso per affrontare le difficoltà insieme, ritrovarsi, ricominciare a volersi bene.

Un “terzo” esterno che può aiutarci a vedere le cose diversamente, a trovare in noi le capacità per vivere meglio l’amore ed amalgamarci meglio all’universo parallelo che è il nostro partner.

 

Dott.ssa Cristina Colantuono

Cristinacolantuono@gmail.com

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