Un gelato dal conto “salato” per quattro turisti inglesi in vacanza per sei giorni a Roma che nei pressi di piazza di Spagna hanno ben pensato di fare una sosta rinfrescante in uno dei bar in via della Vite, non pensando sicuramente che gli sarebbe costata ben 64€. 

 

«È incredibile, vero? Non è una cosa normale, giusto?» sono andati a chiedere a passanti e altri clienti; mostrano lo scontrino, spiegano e raccontano: «Non ci siamo seduti al tavolino, non eravamo ai piedi della scalinata di Trinità de’ Monti, ma là, in quel bar all’angolo. Abbiamo preso il gelato per mangiarlo in strada.. .»

 

Lo scontrino è intestato alla «Cardesi srl», di Alfiero Tredicine, tutto il personale del bar sostiene che non vi sia stato nessun errore o raggiro e che i prezzi siano ben chiari nel menù del locale:

«Basta guardare, sono affissi ovunque. I prezzi sono quelli, in piedi o seduti non fa differenza»

e si giustifica chiarendo che all’interno di quelle cialde ci possono stare ben 7 etti di gelato.

Sicuramente questo non è l’unico caso nella recente storia delle città turistiche italiane, da Roma a Venezia gli episodi sono innumerevoli. Il problema è che questi fatti potrebbero scoraggiare il turismo in Italia creando una pessima pubblicità nel resto del Mondo e portando a un calo delle visite nelle nostre bellissime città.

Ma se i prezzi sono affissi e chiari si tratta di truffa oppure no?

Turisti distratti o venditori che raggirano?

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