Durante la riunione di venerdì scorso, Beppe Grillo ha fatto dietrofront su uno dei punti saldi del Movimento 5 Stelle: Uno stipendio di 2500 euro non basta più, meglio 6mila. 

Secondo la Repubblica infatti, durante la riunione si sarebbe discusso anche di soldi e stipendi. All’interno del Movimento i lamenti sono stati moltissimi, sia sull’atteggiamento padronale assunto da Grillo sia sulla linea politica intrapresa.

Il dibattito è stato infuocato sulla questione soldi:  “Ragazzi, l’importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi“. Parole che sottolineano una chiara sconfessione di quanto detto dai grillini in campagna elettorale.

Ai 2500 euro al mese, si aggiunge la diaria di 3500 euro mensili. Poco importa se Grillo non ha mai parlato esplicitamente di daria. La parte moderata, sul punto stipendi ha alzato una barricata: “Ragazzi non scherziamo. Se la mettiamo così finisce che dobbiamo portare anche gli scontrini delle gomme da masticare e dei caffè” commenta un grillino. Il leader supremo del M5S ha dato quindi il suo beneplacito alla daria per evitare ulteriori discussioni.

Quello delle retribuzioni è però un tema dalle mille sfaccettature e anche sullo stipendio le discussioni non sono mancate, soprattutto sulle conseguenze fiscali che ogni parlamentare potrebbe subire. L’autodimezzamento dello stipendio potrebbe non essere preso in considerazione dal fisco e l reddito di ciascuno verrebbe gonfiato senza giustificazioni. Il vero incubo dei grillini sono dunque i soldi!

Grillo prova a smentire sul suo blog: “Ogni candidato del MoVimento 5 Stelle si è impegnato a rispettare il codice di comportamento che prevede 5.000 euro LORDI per l’indennità parlamentare percepita. Il codice non è stato oggetto di discussione, dibattito o revisioni”

Ma anche i suoi fedelissimi lo stanno abbandonando.

 

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