La corte d’appello di Milano ha riconfermato la condanna a 30 giorni di reclusione, convertiti in una pena pecuniaria di 2.540 euro, per Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi che venne uccisa a Garlasco, per l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Contestualmente è stata confermata anche l’assoluzione con formula piena per il reato di divulgazione di materiale pedopornografico.

L’accusa di detenzione si riferisce a 17 frammenti di immagini trovati nel pc del giovane. I giudici hanno anche confermato l’interdizione per Stasi «in perpetuo da qualunque incarico di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori». Come prevedibile il suo legale di Stasi ha annunciato che farà ricorso in Cassazione contro la condanna.

L’omicidio di Chiara Poggi resta tutt’oggi uno dei più grandi omicidi irrisolti che come quello di Yara Gambirasio  e di Sara Scazzi  sembrano dimostrare quanto sia inefficace il sistema d’indagini della magistratura italiana ma soprattutto quanto le Donne siano sempre più vittime di efferati crimini e che serva decisamente una maggiore tutela e sensibilizzazione su questa grave piaga che attanaglia la nostra epoca.

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