Si è parlato molto di Sofia in queste settimane. Lunedì è arrivata la buona notizia che confermava alla famiglia della piccola la possibilità di curare Sofia con l’infusione di staminali presso gli Spedali Civili di Brescia.

Oggi, la doccia fredda: “La direzione degli Spedali fa sapere che la bimba ha diritto ad una sola infusione presso questa struttura. Non è previsto il completamento della terapia come speravamo, a meno di un imposizione da parte delle autorità giuridiche o sanitarie nei confronti degli Spedali” racconta la mamma di Sofia, Caterina Ceccuti.

“Il dramma” – spiega – “sta nel fatto che anche stavolta non è garantita la continuità terapeutica necessaria alla bambina per stabilizzare i risultati ottenuti. Dunque la nostra lotta per il diritto alla vita di Sofia non è ancora finita purtroppo.” La cura è limitata al caso di Sofia e solo per la seconda infusione. La scelta non potrà più riguardare altri casi in mancanza di precise e formali decisioni delle Autorità sanitarie. Sofia dunque non potrà avere altre 3 infusioni per concludere il ciclo di cure.  

L’avvocato della famiglia di Sofia ha dichiarato: “La situazione che ci viene attualmente prospettata ripropone una inaccettabile interruzione del trattamento terapeutico. È impensabile che a Sofia sia nuovamente sottratta la speranza, alimentata in seguito alla prima infusione, di una migliore qualità della vita. È impensabile offrire ai suoi genitori la prospettiva di rivivere l’angoscia già sperimentata in coincidenza con l’attesa della seconda infusione.”
E soprattutto ci tiene a sottolineare: “Chiedo a tutte le Autorità e a tutti i Responsabili sanitari, come pure a tutti i nostri interlocutori in questa drammatica vicenda di assumersi la responsabilità – in scienza e coscienza, e ciascuno per quanto di sua competenza – di assicurare a Sofia il celere completamento del trattamento terapeutico già iniziato.”

Incrociamo le dita.

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