Articolo shock su Il Foglio di Giuliano Ferrara. Il pezzo intitolato “Dovevamo bruciarla prima” è stato scritto da Camillo Langone che, riguardo l’incendio della Città della Scienza di Napoli, dichiara:

La Città della Scienza si dichiarava eccellenza ma era una poveraccia che non pagava gli stipendi, che non pagava i fornitori, che non pagava nessuno nella migliore tradizione partenopea e parte italiana. E chissà che le fiamme non siano state appiccate (irrazionalmente, ovvio) da qualche creditore inferocito.

Un attacco che Langone indirizza anche allo scrittore partenopeo Roberto Saviano:

Come spesso accade il commento più divertente è quello di Sua Pomposità Roberto Saviano: “Mi sento di cenere. Ossa di cenere, pensieri di cenere, cuore di cenere. Come Napoli, che oggi è di cenere”. In “Gomorra” si credeva Malaparte, adesso si crede Plinio il Vecchio, solo che lo scrittore latino in cenere c’è finito davvero, non per metafora. Invece il bestsellerista napoletano prosegue incontinente a cinguettare e in un tweet avanza la facile ipotesi camorra: “Da sempre i clan vorrebbero edificare a Bagnoli”. 

Pesanti anche le parole rivolte al sindaco De Magistris:

De Magistris ha riesumato lo stile “piezz’ ’e core” di Filomena Marturano: “Oggi migliaia di ragazzi e bambini di Napoli si sono svegliati piangendo per la distruzione di Città della Scienza”. Manco avessero bruciato vivo Babbo Natale. Ce li vedo proprio, i piccoli napoletani, disperarsi per le sorti della scienza….

Forse la libertà di informazione in alcuni casi dovrebbe essere fermata. 

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