"Vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada" e le ultime parole di dj Fabo alla fidanzata

Mentre a Milano è partito il processo a Marco Cappato, che lo accompagnò in Svizzera per ricevere il suicidio assistito, la mamma e la compagna di dj Fabo ricordano le sue ultime parole. "Ora sarò energia nell'universo", ha detto il dj, tetraplegico e cieco dal 2014, prima di andarsene.

La storia di Fabiano Antoniani, dj Fabo per tutti, ha smosso le coscienze e imposto nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica la delicatissima questione del biotestamento e del fine vita. Non solo perché lui, alla fine, è riuscito a realizzare la sua volontà, che era quella di morire, solo andando in un altro paese, in Svizzera, lontano dalla sua casa, dai suoi amici, dal suo mondo, per mancanza di una legge nel nostro paese che finalmente regoli e tuteli l’argomento; ma anche perché, lasciato Fabo libero di andare, in Italia resta ancora da discutere la posizione di Marco Cappato, l’esponente dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni (entrambi convinti sostenitori dell’eutanasia) che lo accompagnò alla clinica Dignitzas di Zurigo dove, il 27 febbraio 2017, trovò la morte e la pace. Attualmente Cappato si trova sotto processo per aver fornito aiuto al suicidio, e per aver rafforzato, in Fabo, l’intenzione suicida.

Il processo a Marco Cappato

Fonte: Stefano La Porta/lapresse

Il procedimento nei confronti di Marco Cappato si è aperto l’8 novembre 2017; in quell’occasione, i PM Valentina Siciliano e Sara Arduini avevano chiesto che venisse mostrato, in aula, il filmato in cui Giulio Golia delle Iene intervistava Fabiano, raccogliendo anche il suo appello al presidente della Repubblica Mattarella affinché sollecitasse l’approvazione della legge sul fine vita.

Questo al fine di far comprendere la criticità delle condizioni fisiche in cui il quarantenne ex dj si trovava, e quanto grande sarebbe stata la sua agonia in attesa della fine, senza il supporto medico-farmacologico ricevuto poi nella clinica svizzera. La versione integrale della clip sarà trasmessa in aula nell’udienza del 13 dicembre 2017, giorno in cui saranno ascoltati anche tutti i testimoni. I pm hanno infatti chiamato in aula la madre di Fabo, Carmen Carollo, la fidanzata Valeria, il medico curante e un consulente, oltre, naturalmente, a Cappato; inoltre, hanno ottenuto di acquisire al dibattimento una copia del codice penale svizzero, una brochure e delle foto della clinica Dignitas, come riporta il Corriere della Sera, i certificati del dottor Veneroni sulla dimissione dal reparto di unità spinale di Dj Fabo e sulla sua patologia, la certificazione clinica con l’anamnesi, le indicazioni delle terapie che Fabiano assumeva e le posologie dell’assunzione dei farmaci.

Nel frattempo, sul Web continua a circolare l’hashtag #ConCappato, che, come si legge sul sito dell’Associazione Luca Coscioni, può essere usato da quanti “vorranno sostenere simbolicamente sui social o più concretamente con una donazione sul sito concappato.associazionelucacoscioni.it la coraggiosa azione legale. […] una battaglia di tutti, ma che avrà bisogno del supporto di tutti quelli che si vorranno schierare al fianco del tesoriere di Associazione Luca Coscioni, esposto in prima persona con un atto di disobbedienza civile per accelerare la regolamentazione sul fine vita in Italia, un tema attualmente affossato nelle aule del Senato“.

In attesa della nuova udienza in aula, Valeria e Carmen, compagna e mamma di Fabiano, sono però state ascoltate anche nella sessione che si è svolta il 4 dicembre, confermando in toto la piena volontarietà di intenzioni di dj Fabo nello scegliere di morire.

Le lacrime di mamma Carmen

Fonte: web

Ascoltata dal pm Siciliano, che ha dichiarato di sentirsi “addolorata di doverla accompagnare su questa strada“, Carmen Carollo, mamma di Fabiano, ha ripercorso tutto ciò che è successo da quando il figlio ha avuto l’incidente che lo ha reso tetraplegico e cieco, il 12 giugno 2014. “Abbiamo detto ‘questa è la fine’, lo sapevamo che Fabiano non avrebbe mai sopportato la cecità – ha detto la donna, nella testimonianza raccolta dal Corriere lui ha lottato tanto è vero, ma ha sempre detto sin dall’inizio, quando era al Niguarda, che non avrebbe più voluto vivere e che voleva andare in Svizzera, perché era un ragazzo troppo vitale per sopportare quella condizione“.

Carmen descrive i dolori del figlio, l’immensa sofferenza provocata dalla sua situazione, e confessa di aver “barato” con lui, promettendogli spiragli di miglioramento che, invece, ovviamente non c’erano. “… lui non era stupido, lottava sì e poi si è arrabbiato molto perché pensava che noi rallentassimo la sua morte ed era vero“.

Io voglio che tu accetti questa cosa mamma, io voglio morire.

Le intenzioni di Fabiano sono sempre state quelle, ha confermato la madre, fin dall’inizio, e Marco Cappato, spiega, fu di fondamentale importanza e sostegno per lui. Ma la scelta di morire fu tutta, esclusivamente, di Fabo:

Fabiano non aveva paura di morire, aveva paura della sofferenza e di morire soffocato. Quando un figlio ti dice che vuole morire, della Svizzera, di Milano o di qualsiasi altro posto non te ne frega nulla.

In lacrime, Carmen Carollo ha anche ricordato le ultime parole dette al figlio prima che lui schiacciasse con la bocca il pulsante che gli avrebbe dato la morte.

Vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada.

“La sua non era più vita”, le parole di Valeria

Fonte: corriere

Anche Valeria, la donna che fino all’ultimo è stata al fianco di Fabo e che, negli ultimi anni, era diventata anche la sua voce, ha parlato in aula, raccontando com’era la vita di Fabiano dopo l’incidente. “La madre e io avevamo due ruoli distinti: lei lo accudiva, e io lo facevo sentire il Fabiano di sempre – ha raccontato in aula Valeria – Quando uscivamo, portavamo con noi il respiratore, il ventilatore e tutti i farmaci. Le uscite duravano pochissimo perché Fabiano si stancava presto. Facevamo fatica anche a far entrare la sedia rotelle nell’ascensore, dovevamo sollevarlo e lui si innervosiva tantissimo”.

Valeria prosegue, spiega che Fabiano aveva maturato la volontà di morire nel luglio del 2016, dopo il fallimento della terapia staminale in India che gli aveva tolto definitivamente ogni speranza di miglioramento. Lo ha deciso, ha spiegato la compagna, nel momento stesso in cui ha messo in atto lo sciopero della fame, facendo uscire pubblicamente allo scoperto la sua battaglia, cosa che, dice Valeria, lo ha fatto sentire di nuovo “vivo e utile”. E il ruolo di Cappato? Valeria assicura “… è stato sempre molto tecnico e oggettivo nell’esporci la possibilità di andare nella clinica Svizzera. Non si è mai sbilanciato“. Anche lui però, una volta raggiunta Zurigo, prima di compiere la scelta definitiva, ha detto a Fabiano che, se avesse voluto, avrebbe potuto tirarsi indietro, tornare a casa. Fabo ha detto no, è andato avanti.

Non devi sentirti sconfitta, per me questa è una vittoria – ha detto a Valeria poco prima di morire grazie al suicidio assistito – Ora sarò energia nell’universo.

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