Succede in Nuova Zelanda. Una donna di soli 30 anni è morta per un’overdose di Coca Cola. Diventata negli anni dipendente della bibita gassata più famosa al mondo, ha ceduto a causa di un attacco di aritmia cardiaca. A provocare il decesso è stato il consumo eccessivo della bevanda. I legali della Coca Cola difendono l’azienda, in quanto non c’è nessuna prova che possa certificare la colpevolezza della bibita.

Natasha Harris, madre di 8 figli, beveva fino a 10 litri di Cola al giorno, il doppio del limite consentito di caffeina. Un consumo totale di 24mila litri in 8 anni. La donna quindi non sarebbe morta se non fosse stato per la dipendenza dalla bevanda.

Il magistrato dell’inchiesta ha raccomandato al governo di imporre dei limiti sul contenuto di caffeina e zucchero nelle bevande gassate. Pochi mesi prima di morire la salute della donna era peggiorata rapidamente: non aveva energia e sentiva la nausea tutto il tempo. La mattina si alzava e vomitava. La sua era un vera e propria dipendenza. Se non beveva Coca Cola era di cattivo umore, soffriva di mal di testa e si sentiva senza energia.

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