È peggio essere tormentati da rimorsi o da rimpianti? Probabilmente da entrambi, perché queste due sensazioni ci riportano a un passato che ci provoca vergogna o sensi di colpa. Ma nella vita sono quasi inevitabili: la maggior parte delle persone sostiene di avere almeno un rimorso o un rimpianto, qualcosa che avrebbero voluto affrontare in maniera diversa. Che se tornassero indietro non farebbero o cambierebbero completamente.

In letteratura spesso sono stati citati rimorsi e rimpianti, a partire da Orazio con il suo «carpe diem» (approfitta del giorno presente), passando per la “Canzona di Bacco e Arianna” di Lorenzo il Magnifico («chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza»), per finire con romanzi, canzoni, dipinti e molto altro. Proprio per le caratteristiche molto forti e peculiari di questi sentimenti. Vediamo la differenza tra rimpianti e rimorsi, e cosa dicono gli esperti.

Cos’è un rimpianto e cosa comporta

Solitamente citati in coppia, esiste in realtà una differenza sostanziale tra un rimpianto e un rimorso. Il rimpianto si manifesta con il ricordo di qualcosa che non è accaduta o non è stata fatta nel passato. Il termine rimpiangere viene dal composto rin- e piangere, e significa provare dispiacere o nostalgia di persone o situazioni con la consapevolezza di essersele fatte sfuggire.

Si prova quindi un senso di mancanza per un’occasione persa, accompagnato da imbarazzo e/o tristezza, per qualcosa che non può tornare indietro.

Se si potesse cambiare il passato infatti non esisterebbero i rimpianti, e si potrebbe rimediare sempre alle scelte. Andando in una strada diversa, prendendo decisioni che, per paura o altri fattori abbiamo evitato.

Avere dei rimpianti nella vita è comune, perché, al contrario dei rimorsi, riguardano cose che non sono successe, e che dopo qualche anno, tornano a farsi sentire come qualcosa che invece andava fatta. I rimpianti sono dei grandi “se avessi fatto così”, che comportano un desiderio irrealizzabile, quello di tornare indietro nel tempo.

Cos’è un rimorso e cosa comporta

Il rimorso si differenzia dal rimpianto perché rappresenta un senso di colpa per qualcosa che è successo o è stato fatto nel passato, e del quale ci si pente. Rimorso deriva etimologicamente da re-mordere, cioè “mordere di nuovo“. E infatti questa sensazione è legata a qualcosa che proviene dal passato e torna nella menta a mordere, come un tarlo.

Si tratta di quel processo della coscienza che fa emergere un senso di colpa profondo relativo a qualcosa che si è fatto.  Il rimorso è collegato quindi anche al concetto di pentimento, oltre che a vergogna e imbarazzo.

Tutti abbiamo qualcosa che faremmo in modo diverso o non rifaremmo affatto, scavando nei nostri ricordi. A volte questo fenomeno rappresenta qualcosa da cui non riusciamo a staccarci, che ci causa insonnia e ansia nei casi peggiori, una lieve stretta al cuore nei casi migliori.

I rimorsi comportano un senso di disagio più grande rispetto ai rimpianti. Qualcosa che non è accaduto rimane infatti per sempre un grande punto di domanda, mentre qualcosa che si è fatto e di cui ci si pente, è ben impresso nei ricordi, difficile da cancellare o superare.

Rimpianti o rimorsi: cosa è peggio?

peggio rimorsi o rimpianti
Fonte: iStock

Ora che abbiamo messo in chiaro la differenza tra i due termini, è peggio pentirsi di aver fatto qualcosa o di non averla fatta? C’è chi preferisce avere rimorsi, perché ciò che si è fatto, e il suo risultato, è conosciuto. Rispetto al rimpianto, che lascia invece per sempre nell’ignoto, di cosa sarebbe accaduto. Ma esiste anche chi trova di gran lunga peggiori il senso di colpa e la vergona provocati da un rimorso. E avrebbe preferito non sapere cosa sarebbe successo se avesse agito diversamente in determinate situazioni.

Secondo la psicologia, non esiste una cosa migliore o peggiore, anzi, sarebbero entrambi da superare. Tornare a un ricordo che fa soffrire, perché non è andata come volevamo o perché non siamo contenti delle nostre scelte, ci fa provare sensazioni molto negative. Qualcuno non riesce, in tutta la vita, a passare oltre i ricordi dolorosi, trascorrendo un’esistenza bloccato nel passato. Gli esperti consigliano pertanto di affrontare i rimorsi e i rimpianti con la giusta attitudine, pensando che ormai non si possono cambiare.

Con la coscienza che sul presente abbiamo la possibilità di scegliere, se lasciarci condizionare per sempre dal passato, o andare avanti. Dal punto di vista della psicologia, i rimorsi potrebbero essere meno negativi, perché, come tutte le esperienze della vita, si possono considerare come delle lezioni. Dai rimorsi si può imparare qualcosa, su se stessi e sugli altri, inoltre ci fanno provare un senso di colpa anche per qualcosa che abbiamo potuto causare agli altri, sviluppando la nostra empatia e convivenza con le persone.

Per superare meglio i rimpianti invece bisogna mettersi nell’ottica di pensare che se le cose sono andate in un determinato modo, è perché il nostro io del passato ha preso quelle decisioni. E non per forza ha sbagliato, la vita non ha un percorso solo, ma infinite possibilità. Bisogna allora prendere al volo le cose che si possono ancora cambiare, e accettare quelle che non si possono modificare. Per quello che riguarda noi stessi, ci farebbe bene ricordare la citazione di un film di Allen, “Crimini e misfatti”: noi siamo la somma totale delle nostre scelte. E, a meno che, non disponiamo di una macchina del tempo, la cosa migliore in questo caso sarebbe mettersi l’anima in pace.

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