In Italia, ogni 5 minuti una coppia si separa. Sempre più matrimoni, infatti, si concludono con un allontanamento. Alcuni coniugi, però, decidono di porre fine alla relazione ma di continuare a vivere sotto lo stesso tetto, scegliendo di essere separati in casa.

Ma come funziona? E cosa succede a livello legale?

In cosa consiste la separazione?

Con la separazione, i coniugi decidono di sospendere gli effetti del matrimonio, pur senza interromperli definitivamente. Questo può avvenire in un secondo momento, con un divorzio che pone fine ufficialmente all’unione, ma non è uno sviluppo necessario.

La separazione può essere di due tipi: legale o di fatto. Nel primo caso, i coniugi si accordano (separazione consensuale) per definire i termini e le condizioni della separazione in materia di alloggio, sostentamento dei figli, affidamento dei figli e divisione del patrimonio, o si rimettono a un giudice perché le stabilisca, se non riescono a trovare una soluzione condivisa (separazione giudiziale). Anche nel caso di una separazione consensuale, però, sarà il giudice a dover verificare la legalità e la compatibilità delle condizioni stabilite, “omologando” poi l’accordo.

In caso di separazione di fatto, invece, la decisione di interrompere la relazione (che non pone comunque fine al matrimonio in senso giuridico) non viene formalizzata a livello legale: per questo, non ha alcun effetto sui diritti e doveri reciproci. In caso di separazione legale, infatti, i coniugi non sono più obbligati alla coabitazione e alla fedeltà e chi è economicamente più debole ha diritto all’assegno di mantenimento. Tutto questo non vale nel caso della separazione di fatto.

Si parla di separazione in casa, invece, quando i coniugi decidono di non stare più insieme ma decidono di continuare a coabitare nella stessa casa. Questa è un’opzione che può essere scelta per diversi motivi, sia di natura economica che per la presenza di figli. Concretamente questo significa condividere lo stesso spazio mantenendo una separazione fisica ed emotiva. Quali sono, però, le conseguenze dal punto di vista legale?

Diritti e doveri dei separati in casa

Il nostro ordinamento, infatti, non ammette la possibilità di separarsi legalmente e continuare ad abitare nella stessa casa, seppur in camere diverse. È comunque possibile ufficializzare la separazione in casa, rivolgendosi all’ufficiale di Stato civile del comune di residenza di almeno uno dei due coniugi e confermare (al Sindaco o a un suo delegato) l’intenzione di separarsi in casa, una decisione che viene annotata nell’atto di matrimonio. Il costo della procedura è di 16 euro.

Questo può essere fatto a condizione che:

  • non vi siano figli minori;
  • non vi siano figli maggiorenni incapaci o con disabilità gravi;
  • non vi siano figli maggiorenni non economicamente autosufficienti.

Questo non significa, però, che vengano a mancare i diritti e i doveri legati al matrimonio: pur limitandosi a coabitare (e non convivendo), i coniugi devono rispettare l’obbligo di fedeltà, coabitazione, collaborazione e contribuzione ai bisogni della famiglia, oltre a quelli di assistenza morale e materiale del coniuge e dei figli.

Essere separati in casa non è un ostacolo per chi vuole poi procedere con il divorzio, ma nel caso uno dei coniugi non fosse consenziente sarà necessario dimostrare che la coabitazione è state frutto di una necessità e non legata a motivi affettivi.

È possibile prendere degli accordi relativi alla gestione dei figli o delle risorse economiche, ma si tratta di decisioni private che non hanno una validità legale.

Quanto può durare la separazione in casa?

Non c’è un tempo stabilito: trattandosi di un accordo tra i coniugi, saranno loro a stabilire quando interrompere la coabitazione. In molti casi, si tratta comunque di una situazione molto complessa, che può essere difficile da gestire soprattutto a lungo termine, ma alcune coppie riescono a far funzionare questo accordo anche per periodi molto lunghi.

Diverso è il caso di separazioni legali per le quali il giudice ha deciso in via eccezionale la possibilità di coabitazione per un periodo breve, generalmente per motivi economici (come la mancanza di fondi o l’attesa della vendita della casa cointestata) o logistici, che sono situazioni temporanee e atipiche.

Cosa succede se ci sono figli

Molte persone scelgono la separazione in casa proprio perché hanno figli e, sia per questioni logistiche ed economiche che per non stravolgere ritmi, abitudini e quotidianità, decidono di continuare a vivere sotto lo stesso tetto pur non stando più insieme.

Questo da un lato semplifica le cose, come la gestione pratica dei figli, ma è necessario stabilire in modo chiaro cosa e come si vuole fare, oltre che accordarsi sugli aspetti economici.

Dall’altro, però, la separazione in casa potrebbe non essere la scelta giusta per il bene dei figli, soprattutto se non avviene in un clima di armonia e rispetto ma ripropone tensioni e conflitti che hanno portato alla separazione. Più che dell’unità materiale della famiglia, i figli hanno bisogno di crescere in un ambiente sereno e accogliente e vedere che il rapporto tra i genitori è basato, se non più sull’amore, sulla stima reciproca.

Una separazione “netta” può essere più difficile da gestire nel breve periodo ma a lungo termine può rivelarsi la soluzione più adatta per tutte le persone coinvolte, bambini e bambine compresi.

Consigli sulla convivenza da separati in casa

Perché la coabitazione tra separati in casa possa funzionare, è necessario che siano stabilite delle regole chiare e condivise, prima di tutto relativamente agli spazi personali e a quelli comuni, oltre che relativamente agli orari individuali e alle necessità di ciascuno. Rispettare la privacy è fondamentale, così come mantenere una comunicazione aperta e rispettosa e cercare di creare un clima armonioso.

Un aspetto determinante è quello economico: in mancanza di un accordo legale, dovrà essere rispettata l’autonomia finanziaria di entrambi, stabilendo in che misura ciascuno dovrà contribuire alle spese comuni, soprattutto quelle relative alla casa e alla gestione di eventuali figli.

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