Miriana Trevisan entra a gamba tesa nello scandalo sessuale che sta sconvolgendo l’intero showbiz hollywoodiano. Perché non riguarda solo Hollywood ma un intero sistema del mondo dello spettacolo che è transnazionale. Un sistema in cui (quasi) tutti tacevano. Un sistema in cui anche lo spettatore presagiva qualcosa, ma malignamente forse lo si sussurrava sotto voce, per screditare qualche attrice non gradita in una determinata performance. In quel delirio che è divenuto il caso Weinstein – che riguarda il produttore statunitense, ma ormai ha dato vita a un domino che non sembra risparmiare neppure i mostri sacri del cinema – tutti hanno un’esperienza da raccontare. Da Asia Argento e Rose McGowan che hanno dato il via alle storie dal punto di vista delle vittime, fino a Corey Feldman, l’ex attore bambino che già negli anni ’90 aveva segnalato – e ora lo ribadisce – una rete di pedofila esistente a Hollywood.

Anche in Italia il dibattito è diventato piuttosto acceso, anche alla luce della revoca dei premi a Kevin Spacey – accusato di molestie prima da un ex 14enne e poi da alcune altre persone – e la sospensione del telefilm che interpreta, House of Cards. Ne è scaturita la più antica delle domande: possiamo scindere l’artista e l’essere umano? L’estetica può e deve essere etica? In tutto questo si è inserita una voce fuori dal coro, la voce di chi ha deciso di tornare in taxi da certe feste, di far finta di non aver capito di essere stata invitata su uno yacht, di chi non è scesa a compromessi per un ruolo in un film salendo nella suite di un albergo. Questa è Miriana Trevisan, soubrette che esordì a “Non è la Rai“, per poi diventare velina a “Striscia la Notizia” e valletta a “La Ruota della Fortuna”. Da un po’ di anni è una di quelle ragazze di “Non è la Rai” delle quali si sono perse le tracce. Magari a qualcuno sarà capitato di pensare che avesse scelto altre strade, o che forse lo spettacolo non facesse per lei.

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Sì, lo scopriamo ora, lo spettacolo non faceva per lei. Ma non per quello che i maligni potrebbero pensare. Anzi, tanto di cappello alla scelta di Miriana, che ha deciso di rifiutare quella regola non scritta che spinge a concedere favori sessuali o accettare lo stupro da produttori, conduttori, registi, in cambio di un lavoro. Miriana ha anche fatto il nome di un regista, Giuseppe Tornatore, accusandolo di aver cercato di molestarla. Tornatore ha però smentito tutto. In un articolo su Linkiesta, la soubrette ha raccontato senza eufemismi, senza trucchi e senza inganni proprio queste storie che la riguardano. Di come le sue colleghe l’abbiano cercata di convincere a tornare sui suoi passi, a sfruttare la sua bellezza perché il mondo va così. Miriana no: nel suo piccolo ha voluto provare a cambiarlo il mondo, anche se questo avrebbe significato rinunciare ai suoi sogni più grandi.

E quando vai avanti così inevitabilmente ti isoli – ha scritto Miriana Trevisan – Come un chiodo, sì, ma l’unico in una parete vuota, immensa. Una parete che qualcuno chiama arte ma io ne ho dipinta una mia, piena d’amore, che chiamo dignità.

Intanto, la soubrette è intervenuta a una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, promossa da Possibile di Pippo Civati. In quest’incontro ha ribadito il nocciolo della questione: lo spettacolo è una cosa, la prostituzione un’altra. E ha anche dovuto difendersi dai soliti attacchi – come quelli che vengono rivolti a tutte le vittime della sordida vicenda che ha scoperchiato il vaso di Pandora: no, parlare è difficilissimo quando la mentalità sessista della nostra società ci convince che la vittima sia in realtà la colpevole.

Voglio difendere quelle ragazze cui fanno credere che molestie e violenze siano normali nel mondo dello spettacolo […] – si legge in uno dei tweet di Possibile, in relazione alle dichiarazioni di Miriana Trevisan in quel contesto – Non banalizzate le denunce perché vengono dal mondo dello spettacolo, come se avessimo scelto di fare le puttane. […] Nessuno mi ha chiesto i nomi, e perché fare i nomi quando nessuno offre protezione, perché immolarsi?

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