L’adulterio delle donne è una grave violazione dell’onore e della dignità maschile. Ci sono società dove una donna adultera viene lapidata a morte. Nella Bibbia è riportato che una donna infedele debba essere punita con la morte.

Sembrano frasi tratte direttamente da un testo medievale ma purtroppo non è così. Si è infatti espresso in questo modo un tribunale della Corte di Porto circa le violenze subite da una donna e inflitte dal suo ex marito e dal suo ex amante. Nessuna condanna grave per i due uomini: i due giudici che hanno preso parte nella vicenda hanno confermato agli uomini un’ammonizione di primo grado ovvero 15 mesi di carcere (attualmente sospesi) e una multa di 2 mila euro. I due giudici hanno infatti rigettato il ricorso di un procuratore il quale aveva richiesto al tribunale delle pene più gravi per i due aguzzini della donna. Quasi incredibile da credere se non fosse la stessa BBC portoghese a lasciar trasparire questa agghiacciante vicenda che, ancora una volta, porta a galla il dramma della violenza sulle donne.

La vicenda risale al 2015 ma è stata resa nota solo due anni più tardi vista la deposizione della sentenza con data 11 ottobre 2017 e i suoi esiti giudiziari davvero drammatici: secondo quanto riportato dalla testata, la donna avrebbe infatti tradito l’ormai ex marito con un altro uomo per un lasso di tempo di circa 2 mesi, prima di mettere fine a tale relazione extraconiugale. Una decisione che ha fatto infuriare non poco l’amante che, oltre ad aver minacciato la donna, ha raccontato la situazione all’ex marito tradito. Una vicenda che poteva quindi terminare così, con una semplice scoperta di infedeltà ma che invece si è tramutata in un vero e proprio incubo per la malcapitata. La vittima è stata infatti sequestrata dai due uomini e poi selvaggiamente picchiata da uno dei due con una mazza ferrata a borchie mentre l’altro era intento a immobilizzarla. L’esisto, come tristemente annunciato in apertura dell’articolo, è stata una semplice condanna di primo grado.

Ma la vera domanda che ci si pone leggendo questa storia è: perché? Perché una donna brutalmente picchiata da due uomini che parevano amarla non ha potuto avere la giustizia che si meritava? E perché, dopo le varie imputazioni di sequestro di persona, premeditazione di violenza e detenzione di armi vietate dalla legge portoghese, queste persone sono state ammonite con la più lieve delle condanne? A giustificare la decisione del tribunale sono stati i due giudici che hanno seguito il caso, Joaquim Neto de Moura e Maria Luisa Arantes, i quali hanno parlato attraverso un documento ufficiale; tale scritto, il 22 ottobre 2017, è stato successivamente postato dalla sociologa e politica portoghese Marisa Matias sulla sua pagina Facebook ufficiale proprio per denunciare questo barbaro e immorale caso:

Nello scritto, reso noto sui social, si legge espressamente che, secondo i giudici, l’immoralità e l’adulterio della donna hanno scosso a tal punto i due uomini da far commettere loro la violenza in questione: non è stata quindi colpa dell’ex marito e dell’ex amante bensì della vittima. Ma non è tutto, a favore della loro tesi oltre al riferimento alla Bibbia, i due magistrati hanno perfino citato l’articolo 372 del codice penale portoghese del 1886 (non più in vigore poiché abrogato da quello 1982 e quindi non utilizzabile in una sentenza) in cui si fa riferimento, in una situazione di violenza come questa, a una pena “simbolica” per tutti gli uomini che vengono a sapere dell’adulterio della moglie.

L’adulterio per una donna è un comportamento che la società ha sempre condannato e condanna tuttora con forza (e le donne fedeli ai propri mariti sono le prime a stigmatizzare quelle adultere), per questo motivo (la società portoghese, ndr.) vede con una certa comprensione la violenza esercitata da un uomo tradito, sconvolto e umiliato dalla sua donna.

Hanno continuato Joaquim Neto de Moura e Maria Luisa Arantes nello scritto ufficiale del tribunale. C’è da ricordare, però, che questa non è l’unica vicenda in cui il giudice Neto de Moura cita la Bibbia come tesi per le sue scelte: sempre la BBC parla infatti di un secondo episodio datato 2016 in cui il magistrato aveva messo in discussione le parole di una donna adultera circa la violenza domestica subita dal marito. Inutile dire che il caso reso noto al pubblico grazie alla politica Marisa Matias ha scatenato non poco l’opinione pubblica e soprattutto le associazioni femministe del Paese: secondo una dichiarazione di Amnesty International Portugal del 22 ottobre 2017, le parole espresse dai giudici non violerebbero solo i diritti umanitari della persona ma lenirebbero anche la credibilità della Costituzione portoghese la quale dovrebbe garantire una separazione fra Stato e Chiesa. D’altro canto, però, anche la Conferenza Episcopale Portoghese ha voluto prendere una posizione nel caso spiegando che la Bibbia non dovrebbe essere usata per giustificare alcun tipo di violenza domestica, né tanto meno inerente l’adulterio.

Attualmente in Portogallo, sempre secondo quanto dichiarato dalla BCC portoghese, è stata inviata una petizione alle autorità giudiziarie che ha già raccolto una cifra pari a 4 mila firme. Nello scritto è stata sottolineata la necessità di modificare (in modo positivo) la scelta dei giudici nei tribunali affinché casi come quelli citati nell’articolo siano evitati in futuro.

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