Tempi dure per le sorelle Parodi, diventate nelle ultime settimane facile bersaglio dei detrattori della rinata Domenica In, oggetto di critiche e di stroncature spesso decisamente poco costruttive.

È vero, i bassi ascolti, le percentuali di share che girano pericolosamente sotto il 10% (mentre il competitor di Mediaset, la Domenica Live condotta da Barbara D’Urso, puntualmente doppia l’audience dello storico contenitore domenicale targato Rai), sono indubbiamente segnali allarmanti da prendere in considerazione, ma è davvero possibile che la colpa sia tutta delle sorelle Parodi?

Se l’idea era di rispolverare il prototipo di varietà anni ’90 che tanta fortuna ha portato alla trasmissione ideata nel 1976, certamente l’obiettivo non è stato raggiunto, o perlomeno non in una maniera tale da riscontrare il gusto del pubblico italiano, che evidentemente nel frattempo è cambiato. Questo potrebbe, almeno in parte, spiegare gli ascolti in picchiata, che anche nella terza puntata, andata in onda domenica 29 ottobre 2017, si sono fermati al 9,3-8,4% di share, mentre Barbara D’Urso, con i suoi ospiti, ha guadagnato punti di audience compresi tra il 16,6 e il 21,3%, come riportato anche da Vanity Fair. E qua torniamo al problema principale: sono davvero le conduttrici, Cristina e Benedetta, a essere sbagliate, oppure è sbagliato il loro “ruolo” all’interno del programma, o meglio il format della trasmissione non è stato “cucito loro addosso” rispettandone le competenze e i punti di forza, che pure sono notevoli, ed evidenti?

D’altronde, parliamo di due professioniste che hanno ampiamente dimostrato di poter stare in televisione, ma tutto dipende dal “come”, probabilmente; e certo pretendere che due giornaliste (perché in fondo questo è il loro mestiere) vengano “prestate” al varietà ad ogni costo sembra effettivamente eccessivo, con la naturale conseguenza rappresentata dai risultati che, attualmente, sono sotto gli occhi di tutti. Loro sembrano due pesci fuor d’acqua, inadatte, alienate rispetto alla formula del programma pur essendone le padrone di casa, ma questo, forse, ci permettiamo di dire, potrebbe dipendere dal fatto che le loro qualità non sono davvero lasciate libere di emergere, e che le loro abilità professionali siano fortemente limitate da un contesto che punta più a coreografie e spettacolo sullo stile dei Fantastico anni ’80 piuttosto che all’infotainment. Abbiamo visto tutti Cristina dirigere alla grande il Cristina Parodi Live su La7, nel 2012, apprezziamo tutti l’umanità e la cordialità di Benedetta anche nel suo ruolo di anfitrione in tutte le fortunate edizioni di Bake Off Italia. Il problema reale quindi riguarda la loro “incapacità di condurre”, come ha dichiarato l’ex direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, o piuttosto la tipologia di format che sacrifica le loro peculiarità in nome del mantenimento di un tipo di spettacolo che, probabilmente, dovrebbe essere aggiornato alla luce delle esigenze del pubblico del 2017?

A proposito di Del Noce: nel pentolone mediatico di critiche e recensioni negative ricevute dalle sorelle Parodi, alcune sono sembrate davvero di pessimo gusto, senza poter obiettivamente essere ritenute produttive ai fini di un miglioramento del claudicante show perché, scevre del benché minimo senso analitico costruttivo, sono sembrate tese solo a “infangare” e mettere alla berlina le due conduttrici, ignorando il contorno che, pure, qualche responsabilità la deve pure avere. L’ex direttore di Raiuno, ora in pensione in Portogallo, ha parlato al Tempo di uno show “vergognoso”.

Guardando Domenica In mi è venuto un attacco di bile – ha dichiarato Del Noce – e lo dico prima degli ascolti. Una trasmissione senza capo né coda, senza un filo logico, senza idee. Poi la conduzione… Se Cristina è una professionista, Benedetta non può fare tv. Non dimentichiamo che Domenica In è stata condotta da professionisti come Corrado, Baudo, Carrà… Fa male al cuore , dopo aver diretto Rai Uno per tanti anni, vederla ridotta così“.

Decisamente peggio, se vogliamo, è stato il trattamento riservato alla trasmissione delle Parodi da Striscia la Notizia, che certamente non è nuova a “bersagliare” e prendere di mira personaggi o show; è accaduto con MasterChef, e poi con Affari tuoi. Ma il problema non è la critica, né la satira, sono le modalità che offendono le stesse capacità di chi la fa e che nel settore è maestro, salvo il caso di cadute come queste. Stavolta è il turno di Domenica In, e soprattutto del promo andato in onda per lanciare il programma, in cui si vedono proprio Cristina e Benedetta interpretare spiritosamente una scena familiare, con la maggiore delle sorelle impegnata a lavare i piatti.

Ha sbagliato elettrodomestico, dovrebbe mollare la televisione e prendersi una lavastoviglie. Guardate come lava i piatti, è una gag patetica – esclama la voce di Ezio Greggio fuori campo mentre vanno in onda le immagini del promo – Si vede che la Parodessa non ha mai sciacquato un tegame in vita sua”. Poi, la chiosa davvero poco elegante: “Cristina, ma vai a cag…“.

Nel sottile gioco di poteri e di concorrenza leale proposto dal libero mercato, anche televisivo, ci sta tutto, lo comprendiamo bene; anche tentare di affossare una trasmissione di una rete rivale, per quanto possa sembrare poco cavalleresco (e, in fondo, lo è), lanciandosi in campagne di screditamento piuttosto discutibili che sembrano rispondere più alla logica perversa del “valorizzo me stesso, screditando gli altri”, che non è mai un bel modo. Ma in questo caso ciò che salta agli occhi è un atteggiamento purtroppo sempre più diffuso di cui non si può non prendere atto, è la facilità con cui anche il più bieco attacco viene lanciato, protetto sotto l’egida della satira e della goliardia. Viviamo nell’epoca degli haters, dopo tutto, di coloro che insultano gratuitamente sui social nascondendosi dietro la scusa del “Non lo pensavo veramente, volevo solo guadagnare più like”; viviamo nell’epoca in cui un atto orripilante di razzismo, antisemitismo, ignoranza viene forzatamente spacciato per il gesto compiuto da un gruppetto di innocui tifosi per puro “sfottò” nei confronti degli avversari.

Peccato. Si è persa un’occasione. Quella di ridare alla critica e alla satira il valore che una volta avevano, al netto di opinionisti tuttologi e distruttivi, esaltandone il ruolo sociale e di denuncia e rinunciando ai toni sguaiati che oggi fanno tanto rumore e non lasciano nulla. Ci si aspetta di più da chi quella televisione non solo l’ha vista e l’ha fatta ma ha contribuito a crearla. Sappiamo perfettamente che un signore dello spettacolo come Ezio Greggio, capace di essere irriverente e sferzante in modo intelligente e di quel valore alto che è l’ironia, può fare di meglio.

Resta poi l’invito a Cristina e Benedetta, non ad andare dove le ha spedite Greggio, ma a non farsi snaturare, ché non abbiamo bisogno certo di altre showgirl, né di altra tv del dolore, ma di professioniste e di donne brave .

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