Michelle Hunziker: "Sono stata prigioniera di una setta e ho perso i miei affetti"

Michelle Hunziker parla, per la prima volta, della setta che l'ha allontanata dagli affetti e da cui è riuscita a fuggire solo dopo molti anni. Lo fa perché altri giovani non restino ingannati da chi promette miracoli, perché nessuno permetta a un guru di lasciarsi manipolare la vita.

Aggiornamento del 31 ottobre 2017
“Amavo Eros, ma scelsi la setta”

Quando, in occasione dell’avvicinarsi dell’uscita del suo libro Una vita apparentemente perfetta, aveva raccontato per la prima volta al Corriere quei sei terribili anni in cui fu prigioniera della setta, la showgirl e conduttrice aveva dichiarato di essere stata allontanata dai suoi affetti, senza fare il nome dell’ex marito Eros Ramazzotti. Nel corso della puntata di Verissimo di sabato 4 novembre 2017, Michelle Hunziker è tornata sull’argomento svelando infine anche quanto la fine del suo matrimonio con Eros sia stata determinata da quel periodo terribile:

Mi dicevano che mio marito era negativo per me, ma io lo amavo moltissimo. Quando Eros mi ha messo davanti alla scelta “o me o loro” io ho scelto loro.

Ha spiegato la showgirl svizzera alle telecamere del programma. Una scelta dura ma che all’epoca non riuscì a non fare poiché troppo soggiogata dalla fede nella setta stessa.

Sono entrata in questa setta senza neppure accorgermene.

Ha continuato Michelle e, del resto, chi al tempo seguì la difficile separazione tra i due ricorderà certo che già al tempo molto si era scritto del ruolo della pranoterapeuta Giulia Berghella e di un possibile soggiogamento della showgirl. Eros, del resto, non fu l’unica persona cui la conduttrice svizzera dovette dire addio in quegli ormai lontani anni 2000: incalzata sempre dalla sette, Michelle dovette abbandonare ogni tipo di comunicazione con familiari e amici.

Per controllarmi mi hanno allontanato dai miei affetti e fatto leva sulle mie debolezze. Mi filtravano le telefonate, non potevo parlare neppure con mia madre, che non ho visto per quattro anni.

Sei anni duri, ai quali però, con coraggio e determinazione, è riuscita a mettere finalmente la parola fine. La conduttrice è ormai una donna nuova, felice e realizzata, grazie anche al matrimonio con il giovane erede Tomaso Trussardi e l’affetto dei suoi figli. In passato, però, ribellarsi al sistema della setta era impossibile: è stata sempre Michelle a rivelarlo a Verissimo, spiegando della manipolazione e dei castighi ai quali fu spesso soggetta.

Mi mettevano in castigo, mi lasciavano sola. Minavano la mia autostima dicendomi che non avevo talento e che avevo successo solamente perché avevo intrapreso questo percorso spirituale. [..] Mi hanno fatto lasciare la mia agenzia e convinta ad aprire una nuova società, finanziata totalmente da me. Ovviamente pagavo e davo da mangiare a tutti loro. Ad un certo punto mi hanno persino convinta a cedere tutte le mie quote a loro. Clelia mi disse che se me ne fossi andata dalla setta sarei morta.

Articolo originale – 27 ottobre 2017

Fonte: gianluca saragò

Oggi la conosciamo come una moglie e mamma felice, una professionista amatissima dal pubblico e una donna impegnata nel sociale, grazie all’associazione Doppia Difesa, fondata con l’avvocato Giulia Bongiorno; eppure, nel passato di Michelle Hunziker c’è un dramma, un segreto tenuto a lungo nascosto, e rivelato, lo spiega la stessa conduttrice svizzera, solo al marito Tomaso, all’epoca conosciuto da poco.

La storia “segreta”, che per così tanto è stata taciuta, Michelle ha deciso di raccontarla al Corriere, ma soprattutto nel libro Una vita apparentemente perfetta, che sarà pubblicato da Mondadori il prossimo 31 ottobre 2017, e racconta di una giovanissima finita nelle spire di una setta che l’ha privata degli amici, degli affetti, finendo con il manipolarla.

Può sembrare assurdo pensare di finire in una situazione simile, permettere a qualcun altro di prendere totalmente il controllo su di noi e sulla nostra vita, accettando passivamente e ciecamente ogni tipo di ordine, persino quello di allontanarsi dalla famiglia, ma si deve pensare al tipo di contesto personale vissuto in quello specifico momento da Michelle, coinvolta totalmente dal suo ruolo di mamma, con Aurora che all’epoca ha appena 3 anni, e di moglie di un mito vivente come Eros Ramazzotti, ma anche frustrata dal rapporto con il padre, praticamente interrotto quando lei era una quindicenne, a causa dell’abuso di alcol da parte dell’uomo. “Mio papà era lì – ricorda la conduttrice parlando del giorno del matrimonio con Ramazzotti, il 24 aprile 1998 – ma non stava bene, era seduto in ultima fila e nessuno lo considerava. Al ricevimento era stato messo in un tavolo in un’altra stanza, lontano da me. Da una parte ero piena di rabbia, ma dall’altra lo avrei desiderato vicino“.

Così, nelle debolezze e nelle mille insicurezze di una ragazza che ha visto la propria vita stravolgersi in pochissimo tempo, passando dall’essere una modella semi sconosciuta a personaggio pubblico riconosciuto ovunque, madre a soli 19 anni, figlia con troppi rimorsi e rimpianti, si comprende che è in realtà piuttosto facile, per qualcuno abile a distorcere verità e situazioni, approfittando proprio del senso di sfiducia e dei dubbi altrui, intromettersi lentamente, silenziosamente, prendendo potere a poco a poco, e finendo con il sottomettere completamente la persona. Così è capitato a Michelle, che da qualche tempo si era rivolta a Clelia, una life-coach, o guru, definitela come volete, che le era stata presentata dal manager Franchino Tuzio (recentemente scomparso, ndr.): lei aveva iniziato a trovare molti capelli biondi sparsi sul cuscino al risveglio, la mattina, e preoccupata si era rivolta a Tuzio, che le ha dato il nome della donna, spiegando come avesse aiutato anche lui in un momento critico della sua vita.

Michelle si fida di Franchino (e perché non dovrebbe?), e si fida anche di Clelia, delle sue sedute di pranoterapia, della fleboclisi, delle lozioni e degli integratori, che in effetti sembrano funzionare: i suoi capelli ricrescono, più belli e forti di prima. È proprio in questo momento, spiega Michelle, che Clelia capisce che può entrare più a fondo nella sua vita, essendosi guadagnata la sua stima: la giovane, che ha solo 23 anni, si confida con la guru, esce fuori il discorso del padre, quel rapporto spezzato ma mai veramente interrotto. Clelia le dice che deve andare a casa sua, abbracciarlo, perdonarlo, lei lo fa. Si rivelerà un errore, non aver fatto pace con il padre, naturalmente, ma aver seguito il suggerimento della donna.

Mi ha fregato così, restituendomi l’amore di mio papà. Avrebbe potuto dirmelo uno psicologo, ahimè mi sono imbattuta in lei. Grazie a quel consiglio ho potuto riavere mio padre, fargli fare il nonno. Poi è morto, e io sono rimasta di nuovo sola. Ma stavolta con me c’era lei.

Già, Clelia assume nel tempo un ruolo sempre più importante nella vita di Michelle, e, del resto, non potrebbe essere altrimenti: è affascinante, magnetica, misteriosa, profumata, sempre sorridente. “Un fiore pericolosissimo”, la definisce Michelle nel libro. La mania dell’igiene e della pulizia diventa il nuovo mantra che Clelia impone a Michelle, le dice che per mantenersi puri deve curare l’alimentazione ma anche praticare l’astinenza sessuale, e soprattutto eliminare la finzione, tutto ciò che è negativo: “Guarda caso, secondo lei, ne ero circondata: la colf, l’autista… Una sera d’autunno avevo programmato di andare a teatro con una decina di amici: lei mi telefonò per dirmi di annullare. Sarebbe stato negativo per la mia energia. E io annullai“.

Una vita apparentemente perfetta

Inizia ad assottigliarsi la lista di persone attorno a Michelle, mentre lei viene stretta sempre più a Clelia, in una morsa che ancora la conduttrice non comprendeva pienamente essere letale. Il percorso della setta è ben definito, e prevede di allontanare gradualmente l’adepto dai suoi affetti. “La setta filtrava le chiamate – spiega ancora Michelle – mia mamma veniva sempre respinta. Quando ha letto il libro le lacrime le appannavano gli occhiali. Mi ha confidato di aver mandato un suo socio, ateo, a fare terapia da Clelia per ottenere informazioni su di me. Anche lui, dopo una sola seduta, era stato reclutato“. Del resto, la setta annovera moltissimi personaggi prestigiosi al suo interno, attori, soubrette, autori, magistrati, direttori di giornale… fino a quando vengono tutti allontanati, perché per il progetto era sufficiente solo lei. “Ero la gallina dalle uova d’oro“, dice. Mentre il suo matrimonio con Eros lentamente si sgretola, la sua carriera decolla, eppure la setta le impedisce di vivere le soddisfazioni personali come un traguardo raggiunto grazie alla propria bravura e tenacia. Ha successo perché “le energie si erano sbloccate”, perché il lavoro sulla sua anima stava portando frutti, ma lei non rimaneva che una pedina in un progetto più grande, mirato a diffondere il bene universalmente. “Io che non avevo mai avuto un ruolo, adesso ero una ‘guerriera della luce’ che portava il messaggio di Dio. Ma dovevo espiare i peccati commessi“.

E per espiare le colpe Michelle deve vivere isolata, allontanare chiunque possa rappresentare un ostacolo nel raggiungimento dello scopo primario della setta, di cui lei è solo un mezzo, un messaggero. Questo significa allontanare persino la madre, prendono la forma dei Natali passati da sola, mentre Aurora è con il papà, e Clelia le impone di “riflettere per conto suo”.

Chiamavo festosa Aurora fingendo di avere gente a cena, per poi passare da sola il resto della sera in silenzio, davanti all’albero. Era come quando mio padre diceva vengo a prenderti per il weekend e poi non arrivava mai: speravo che almeno quella volta mia madre e Eros venissero a portarmi via. Ma come diceva Clelia, non mi voleva nessuno.

Michelle trova la forza, il coraggio, la maturità per andarsene dalla setta nel 2006, non senza aver subito umiliazioni e offese di ogni genere. Chiama la madre e gli amici, li implora di non farle un processo, ma di accoglierla. Il resto è storia recente, Michelle non ha dimenticato, ma ha metabolizzato, tirando fuori il meglio che ci poteva essere da quell’esperienza frustrante. È diventata una donna forte, determinata, consapevole che il merito di tutto ciò che ha guadagnato nella vita è esclusivamente suo, e della serenità datale dai suoi affetti, quelli a cui ora non rinuncerebbe mai. Non prova odio o rancori verso la setta, ne ha compreso la fragilità, ha assistito al suo dissolvimento.

E ha deciso di raccontare il suo segreto affinché altri, come lei, non permettano a scaltri manipolatori di prendere in mano le loro vite, distorcendole e portandole alla distruzione. Perché non tutti riescono a scappare, come ha fatto lei, e il destino per chi non riesce a spezzare le catene che li tiene legati è, purtroppo, ben diverso, e conduce a un annichilimento totale, alla mortificazione di se stessi, alla distruzione.

“È un’epoca infestata da life-coach: solo a sentire la parola mi viene da schiaffeggiarli, il maestro di te stesso sei solo tu”, dice Michelle. Che poi aggiunge:

I ragazzi dell’età di Aurora si fanno domande, cercano i valori. Vorrei solo dire di credere negli affetti veri e non nei ‘maestri’. Se è capitato a me non deve per forza capitare a tutti.

 

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