Hervé e Rose-Marie hanno vinto. Anche se, a essere precisi, a vincere è soprattutto Océane, la loro bambina di otto anni che finalmente potrà avere entrambi i genitori al suo fianco.

Dopo una durissima battaglia legale, Rose-Marie, madre della piccola nata nel 2009, è riuscita a far ribaltare dalla Corte d’Appello di Caen la prima sentenza che le aveva tolto la potestà genitoriale; la decisione iniziale è stata presa non perché lei fosse una cattiva madre, perché avesse abbandonato o maltrattasse la figlia, ma perché Océane è nata da un incesto, seppur inconsapevole, e la legge francese stabilisce, in casi limite come questo, che solo uno dei due genitori possa essere riconosciuto come tale.

Com’è stato possibile tutto ciò? Hervé e Rose-Marie, poco dopo la nascita, sono stati collocati in due diverse famiglie affidatarie e sono cresciuti in città diverse, assolutamente ignari l’uno dell’esistenza dell’altro. Per un destino beffardo, o una coincidenza davvero molto particolare, decidete voi, i due, all’epoca quarantaduenne e trentacinquenne, si sono conosciuti nel 2006 e innamorati, del tutto inconsapevoli del legame parentale che li univa. Il 5 maggio del 2009 è nata proprio la piccola Océane, e qualche anno più tardi la coppia si è separata. Solo nel 2013, per un caso fortuito, Hervé e Rose-Marie hanno scoperto di essere fratellastri, figli della stessa madre: l’uomo stava infatti cercando dei documenti e aveva bisogno di un certificato di famiglia, che a quel punto ha svelato l’arcano.

Immediata la decisione del procuratore del tribunale di Cherbourg che, a quel punto, ha tentato di togliere la potestà materna a Rose-Marie, che pure stava crescendo la figlia, e di redigere un nuovo certificato di nascita per Océane, dove la madre letteralmente scomparisse e il solo genitore riconosciuto alla bambina fosse appunto il padre.

Questo segue appieno la legge francese, che ricorda, all’articolo 310-2  del Codice Civile, il “divieto assoluto di stabilire la genitorialità per i figli nati dalle relazioni tra ascendenti e discendenti o tra fratelli e sorelle” e precisa, con una circolare del Ministero della Giustizia del 2006, riportata da Le Figaro, che, in caso il padre riconosca il figlio prima ancora della sua nascita, l’ufficiale di stato civile possa rifiutarsi di iscrivere il nome della madre nel certificato di nascita. “Se malgrado tutto – prosegue la circolare – una filiazione sorta da un rapporto incestuoso viene riconosciuta solo più tardi, l’ufficiale di stato civile deve appellarsi al procuratore della Repubblica“.

Tutto, quindi, è stato fatto nel pieno rispetto della legge transalpina, dato che Hervè aveva provveduto a riconoscere Océane ancor prima del parto, il 18 aprile del 2009.

Rose-Marie, però, si è naturalmente opposta in maniera estremamente decisa alla sentenza del tribunale, supportata nella sua battaglia per riottenere la potestà su Océane anche dall’ex compagno, che ha sempre sostenuto che, se uno dei genitori doveva scomparire, quello doveva essere proprio lui, che non aveva cresciuto la bambina, a differenza della madre.

L’appello, il cui esito è stato dibattuto lo scorso 8 giugno, ma reso noto ai genitori solo il 19 settembre 2017, ha infine ribaltato la precedente decisione, ristabilendo la genitorialità della mamma e convalidando la duplice filiazione per Océane, con motivazioni attinenti soprattutto al benessere della bambina: “L’annullamento della potestà della madre – si legge nella sentenza riportata da molti media francesi, fra cui Le Parisien avrebbe conseguenze dannose per la costruzione dell’identità della bambina“.

Il pubblico ministero sarà disposto a interpellare la Corte di Cassazione nel terzo grado di giudizio, nella speranza di rovesciare ulteriormente le carte? Il tempo per ricorrere è di due mesi, ma per il momento, estremamente imbarazzato dopo la decisione della Corte di Caen, ha fatto sapere di non avere ancora contromosse in vista, dato che gli interessi da valutare nella vicenda, per sua stessa ammissione, sono due: da un lato c’è infatti l’aspetto dell’ordine pubblico, ma dall’altro quello della tutela di un minore.

Questa decisione non legittima affatto l’incesto – spiega a Le Parisien  Eléonore Hermann, avvocato di diritto della famiglia – piuttosto, consacra l’esigenza di un tipo di diritto del tutto nuovo, ovvero il diritto dei bambini di conoscere le proprie origini. La stessa Corte di Cassazione sta andando sempre più in questo senso“.

Le fa eco Martine Moscovici, altro avvocato che si occupa di diritto familiare, che a Le Figaro ha dichiarato: “Né la piccola Océane, né i suoi genitori sono responsabili di quanto avvenuto. La coppia ha scoperto solo molto tempo dopo la nascita della bambina di essere fratello e sorella.

Bisogna distinguere l’incesto ‘biologico’ da quello ‘morale’.

Per una volta, per fortuna, a prevalere è stato il diritto del bambino. Il diritto di Océane di avere una mamma e un papà.

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