Troppo spesso si parla degli episodi di violenza quasi in maniera “univoca”, riferendosi alle donne quasi sempre come vittime e agli uomini come carnefici.

Certo, purtroppo il femminicidio è una piaga sociale che si estende indiscriminatamente non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo e la cronaca quasi quotidianamente riporta di donne picchiate in ambiente domestico, molestate e abusate sessualmente, spesso purtroppo massacrate da ex compagni, ex mariti, padri o fratelli. Solo in Italia, stando ai dati riportati da ansa.it, sarebbero 1740 le donne uccise negli ultimi dieci anni, 120 solamente nell’ultimo anno, il 2016.

Ma gli uomini, allo stesso modo, non sono immuni dalla violenza fisica e psicologica della controparte femminile. Ex mogli o compagne gelose, incapaci di accettare la fine di un rapporto, oppure partner troppo possessive, autoritarie e manesche esistono eccome e, benché quella degli uomini vittime sia una realtà sommersa, i dati, secondo una ricerca dell’Università di Siena riportata da vari media, parlerebbero di più di 5 milioni di uomini vittime di violenza femminile solo nel 2011.
Dove, per violenza, si intende nel dettaglio: minaccia di esercitare violenza (63,1%); graffi, morsi, capelli strappati (60,05); lancio di oggetti (51,02); percosse con calci e pugni (58,1%). Forse il silenzio che persiste attorno alla condotta violenta a scapito degli uomini riguarda la percentuale molto bassa (8,4%) di atti che, a differenza della violenza esercitata sulle donne, possono mettere a rischio l’incolumità personale e portare al decesso.

Eppure gli esempi riportati dalla ricerca senese danno un’idea chiara di quanto la violenza si esplichi in mille modi producendo effetti dolorosissimi e spesso irreparabili, come accade nel caso delle aggressioni con l’acido. Abbiamo seguito i casi di Lucia Annibali o di Gessica Notaro, ma sono tanti anche gli uomini che sono stati sfigurati con l’acido, vittime di aggressioni abominevoli che hanno il sapore della vendetta, compiute soprattutto da parte di ex compagne.

Uno di loro è William Pezzulo, un ragazzo bresciano sfigurato, nella notte del 19 settembre 2012, dall’acido lanciatogli addosso da due uomini mandati dalla ex fidanzata, per punirlo. La storia di William ha davvero dell’incredibile e lui ha accettato di raccontarcela e di rivivere quei momenti dolorosi, spiegandoci anche quanto sia ancora lungo, sofferto e complicato il suo percorso verso il ritorno alla normalità.

Prima di tutto, anche se è doloroso, proviamo a ripercorrere quei terribili momenti del 2012. Com’è andata?

Erano circa le 23:30 del 19 settembre 2012 quando stavo rientrando a casa e dopo aver parcheggiato la macchina, mi sono trovato davanti due persone, vestite di scuro e con passa montagna al capo; immediatamente la persona più massiccia si è scagliata addosso a me scaraventandomi a terra, mi ha bloccato le braccia dalle spalle e con una mano mi teneva per i capelli il viso rivolto verso l’alto, l’altra persona è corsa dentro la porta che dà accesso al condominio ed è uscita con un secchio che mi ha lanciato addosso. In quel momento non ho capito cosa fosse, ricordo solo che bruciava moltissimo e che non avevo più i vestiti addosso, si erano corrosi, ho cercato di reagire nel più breve tempo possibile e nonostante la vista compromessa, sono corso su per le scale del condominio e ho preso a calci la porta di casa di una mia amica che dopo 5 minuti mi ha aperto, sono andato in bagno e ho provato a lavarmi la mano, ma bruciava ancora di più, quindi mi sono inginocchiato sul tappeto e ho cominciato a fare respiri profondi per non svenire e nel frattempo ho detto alla mia amica di chiamare i carabinieri, i soccorsi e i miei genitori.

Mandante del “raid” punitivo Elena Perotti, la ex fidanzata, che incredibilmente – ma è solo la prima cosa che si fa fatica a pensar vera, in questa terribile vicenda – ha pagato poco, pochissimo, per quanto fatto a William.

Elena infatti era stata condannata assieme al complice con cui aveva teso l’agguato a William, Dario Bertelli, a dieci anni nella sentenza di primo grado, poi ridotti a otto in appello, con sentenza confermata anche dalla Cassazione. Bertelli, invece, dopo la prima sentenza non ha voluto fare ricorso.

La ex compagna di William, però, non ha avuto solo uno sconto di pena, è andata in carcere solo pochi mesi fa, nonostante la sentenza definitiva risalga al 2014; e c’è una ragione ben precisa per questo, che il ragazzo spiega:

La mia ex fidanzata è stata condannata a 8 anni di reclusione, ma era incinta di un bambino e, data la gravidanza, è stata collocata in una comunità, dove ha conosciuto un altro ragazzo, e dopo 3 anni è rimasta incinta di nuovo, è stata messa in carcere solo a luglio del 2017. Sono passati quindi 5 anni.

Lei di quella storia raccontò un’altra versione – Fonte: Giornale di Brescia:

È stato un anno e mezzo di tira e molla e oggi posso dire che non era una relazione normale…
In sette o otto casi William mi ha picchiata, ho le foto dei lividi ma non l’ho mai denunciato perché lo amavo…
Lui voleva che abortissi, ma quando ho visto in ecografia il feto non ce l’ho fatta. Mi prendeva e mi lasciava come voleva. Per due volte ho avuto aborti spontanei.

Già, la gravidanza. Elena ha sempre fermamente sostenuto che il bambino fosse tuo, e che tu l’abbia lasciata per questo motivo…

Sì, lei sostiene che io sia il padre del bambino, ma già una volta aveva finto una gravidanza per farmi tornare da lei, prima di dirmi una settimana più tardi di aver avuto un aborto spontaneo; quando lei mi disse di essere incinta per la seconda volta era il 31 dicembre 2011, ma posso dire che suo figlio è nato 10 mesi dopo, perché è nato il 22 ottobre. Inoltre durante il processo è stata convocata una ginecologa che ha fatto degli esami, dove a quanto pare hanno constatato che nel periodo in cui Elena diceva di essere incinta, in realtà aveva il ciclo mestruale… un’ altra cosa, hanno trovato dei messaggi sul suo profilo Facebook in cui lei parla con delle amiche e scrive di non essere sicura del periodo… insomma ci sono molte incongruenze. Io tutt’ora non so se il bambino è mio o meno, comunque sia la decisione del Tribunale dei minori di dare i bimbi in affidamento [presa nel maggio del 2017, ndr] è stata la migliore, vorrei che questi bimbi crescessero in una famiglia che desse loro tanto amore.

Anche perché tu invece sostieni che Elena ti tradisse.

Sì, io la lasciai proprio perché era solita tradirmi, inoltre in quel periodo frequentava un altro ragazzo.

William accenna però anche a un altro fatto, ovvero alla recente scarcerazione dell’ex compagna, una decisione presa dal Tribunale il 6 agosto scorso.

Da poco abbiamo saputo che è stata scarcerata e messa ai domiciliari a casa dei genitori di suo marito, a 10 km da casa mia. Se questa significa giustizia…

La decisione pare sia stata presa per gravi problemi di salute della donna, che come riportato dal Giornale di Brescia dovrebbe subire l’asportazione di una massa tumorale. Chiediamo al ragazzo se abbia conferme della notizia.

 Si è vero, ma non so nulla di più in merito, posso solo dire che mi dispiace, tutto qui.

Per la Perotti perciò la  detenzione resta sospesa fino all’aprile del 2018.

Ovviamente, di pari passo al processo penale è andato quello civile, con la richiesta di risarcimento da parte della famiglia di William. Ma come dicevamo, di cose sorprendenti, in senso negativo, ce ne sono fin troppe nella storia di questo ragazzo. La più clamorosa? Che di questo risarcimento lui non abbia mai visto neppure l’ombra.

No, non ho ricevuto nessun risarcimento, nonostante il giudice abbia sentenziato una provvisionale di 1.280.000 €; purtroppo gli aggressori risultano nullatenenti e quindi a me non spetta 1 euro da loro.

Anzi, a dire il vero, in questi anni, ho perso l’attività di famiglia, costata 100.000 € e svenduta per 13.000 € in fretta e furia per poter pagare gli avvocati, e inoltre tutte le spese mediche fino ad oggi le ha sostenute mio padre. Pochi mesi fa, l’ennesima batosta, ossia la parcella di 32.000 € dell’avvocato per la causa civile. Purtroppo di soldi non ce ne sono più perché la liquidazione di papà per metà è finita nel finanziamento del bar una volta chiusa l’attività, e l’altra metà per le spese delle cure. I miei aggressori invece essendo nullatenenti, hanno diritto ad avere la difesa legale gratuita…

Anche per questo, oltre che per diffondere la sua storia e sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla violenza di chi sfregia con l’acido, è nata la pagina Facebook Io sto con William, perché chiunque voglia contribuire al pagamento delle ingenti spese mediche che la famiglia del ragazzo deve sostenere possa mettersi in contatto con loro e capire cosa può fare. Fino ad ora, infatti, sono 30 le operazioni chirurgiche subite da William, ma dovrà sottoporsi ad altri interventi per sistemare il viso deturpato dagli aggressori.

L’abbiamo creata per cercare solidarietà e magari trovare anche persone che hanno subìto non dico il mio stesso incidente, ma situazioni simili e magari possono consigliarmi chirurghi bravi; sulla pagina infatti si possono trovare foto del prima e del dopo, diversi video di aggiornamenti di salute, articoli di giornale e soprattutto il link alla campagna di crowdfunding aperta da poco sul sito di “buonacausa.org“, tramite cui abbiamo già raggiunto un discreto numero di donazioni e una discreta somma, che tuttavia non basterà ancora a pagare l’avvocato, purtroppo… speriamo ne arrivino ancora perché adesso si è fermata da un po’.

William, tu sei la prova vivente, insieme a molti altri uomini (le vittime della Levato, ad esempio) del fatto che la follia non ha sesso, nonostante spesso si parli di violenza di genere.

Io l’ho sempre detto che la violenza non ha sesso, ma in tv fanno sempre passare il messaggio che l’uomo, essendo il “sesso forte”, sia il carnefice, si parla sempre di femminicidio, ma bisogna ricordare che la violenza non è solo fisica, ma anche psicologica, ci sono un sacco di padri separati che subiscono violenza psicologica dalle ex mogli, uomini distrutti, costretti a pagare e mantenere queste donne affamate di soldi e mantenimento….

Anche questa è violenza! E ci sono anche donne che uccidono, forse in minor numero rispetto agli uomini bastardi, ma ci sono! Bisogna smetterla di fare distinzioni fra i sessi, perché siamo entrambi persone e siamo uguali, uomo e donna son fatti per stare assieme e non per odiarsi.

Hai perdonato chi ti ha fatto questo?

Io non ho mai odiato, ho perdonato dal giorno seguente a questa brutta vicenda, non sono una persona che porta rancore, sono un ragazzo buonissimo e altruista, ci pensa Dio a fare ciò che è giusto e a giudicare, io non sono Dio ma una semplice persona.

Dato che hai detto di aver lasciato la tua ex compagna a causa dei tradimenti, ma lei si è rivelata capace di farti questo, che cosa consiglieresti a chi si trova coinvolto in una storia d’amore malata, distruttiva?

Il consiglio che posso dare a chi sta vivendo un amore malato, uomo o donna che sia, è di coglierne i segnali subito, il controllo della persona stessa è un segnale, la persecuzione, la violenza psicologica o fisica, quando si presentano questi segnali, subito bisogna denunciare e parlarne con qualcuno che ci aiuti. A mio avviso sento di dire che quando la gelosia diventa malata, non è più un sentimento!

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