Come si identifica un atteggiamento sessista?

L’argomento, si sa, è di quelli spinosi e che tendono facilmente a trascendere in discussioni accese, ma in effetti stabilire una linea di confine precisa e ben marcata su cosa possa evidentemente essere considerato discriminatorio o offensivo nei confronti delle donne e cosa no non è semplice come apparentemente si potrebbe pensare.

Ci spieghiamo meglio: a essere definite “sessiste” possono essere anche frasi, pensieri, espressioni che più o meno tutti, vuoi per abitudini culturali, vuoi senza volontarietà, usano quotidianamente. Insomma, il sessismo non si limita a infelici asserzioni di stampo palesemente maschilista tipo “Sei chiavabile” oppure “Sei stressata perché hai bisogno che qualcuno ti scopi”, ma va ben oltre, estendendosi anche a parole che ogni giorno qualcuno, donne comprese, ripete a una figlia, a una sorella, a una moglie.

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Ci sono le frasi più gravi, quelle che evidentemente feriscono e inducono a pensare di vivere ancora in una società del tutto maschilista, come quelle, ad esempio, che le donne si sentono dire sul posto di lavoro, oppure in fase di colloquio: frasi come “A parità di qualifiche preferiamo un uomo”, oppure “Oggi hai un appuntamento con un cliente, vestiti sexy”. E poi ci sono le frasi “insospettabili”, quelle che, seppur non dichiaratamente maschiliste, denunciano fra le righe e sono sintomatiche della persistenza tenace di un maschilismo storico e culturale difficilmente abbattibile.  Quelle, per intenderci, che sentiamo pronunciare anche da altre donne, dalle nostre amiche, dalle nostre mamme, del tutto inconsapevoli che anche quelle rappresentino importanti campanelli d’allarme a palesare una situazione di discriminazione decisamente radicata nel nostro stesso modo di vivere e di pensare.

Quali sono queste frasi “insospettabili” ma sessiste? Le ha raccolte in un video il fotografo Pietro Baroni, in un progetto nato dalla collaborazione con Luz che si chiama proprio, ironicamente, “Parole d’amore” e che intende smascherare letteralmente la cultura sessista di cui è tuttora intrisa la nostra società, invitando, come si legge sulla pagina Facebook ufficiale di Luz, dove viene descritto il progetto,

… a cambiare i pensieri, le azioni, le parole.

Cosa è sessista? Dire a una bambina, ad esempio, “Non te la prendere se a scuola ti alzano la gonna, sono cose da maschi”; oppure impedirle di giocare ai videogames per la stessa ragione, perché “sono cose da maschi”, o imporle, d’altra parte, di “vestirsi da femmina”. La necessità di evidenziare una distinzione sessuale da applicare a giochi, abbigliamento, modi di comportarsi è il primo sentore di quanto l’atteggiamento sessista, seppur non volontario, sia insito in molte delle nostre azioni quotidiane.

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Come si legge sul sito Web di Luz, Pietro Baroni e l’azienda milanese hanno chiesto alle persone cosa significasse per loro discriminare in base al sesso, e le risposte sono state interpretate dagli attori nel video.

Non puoi andare al lavoro con quella gonna corta, distrai i colleghi.

Perché ti vesti così sexy?

Perché ti vesti così da maschiaccio?

Perché non ti scopri un po’?

Dovresti coprirti un po’!

Dovresti essere contenta se ti guardano!

Per forza ti guardano, guarda come ti vesti!

Ma il modo di vestire non è la sola cosa che denota un atteggiamento sessista, per quanto i giudizi sull’abbigliamento di una persona possano avere implicazioni devastanti, soprattutto quando vengono usati come “giustificazione” per abusi e stupri. Niente giustifica una violenza, tantomeno la libertà di una donna di vestirsi in maniera succinta o provocante.

Le donne vengono giudicate, anche e soprattutto da altre donne, in qualità di compagne, di mogli, di madri; vengono giudicate per le loro scelte personali, se decidono di avere figli o di non averne, di anteporre la carriera alla famiglia o la famiglia alla carriera. Sono troppo ambiziose se vogliono realizzarsi professionalmente, geishe se preferiscono preoccuparsi della crescita dei figli rinunciando al lavoro.

Sei fidanzata? Di già!

Non sei ancora fidanzata?

Sei una cattiva madre

Sei una cattiva moglie

Insomma, in qualunque modo si agisca o si pensi ci sarà sempre qualcuno disposto a giudicare e a criticarci? Forse, o quasi sicuramente si, ma di certo quello che non dovremmo più permettere è che la nostra vita venga valutata e divisa in base a quelle che sono “le cose da maschio e le cose da femmina”. E quella, purtroppo, è probabilmente la parte più difficile da cambiare.

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