È sempre difficile accettare e comprendere la morte di un ragazzino, parlarne sembra – ed è – sempre piuttosto assurdo e innaturale. Come fai a dire addio per sempre a chi è appena poco più che un bambino, a chi dovrebbe avere tutta la vita davanti, tanti sogni e progetti da realizzare e invece viene sconfitto da un male tremendo e impietoso che non  guarda in faccia a nessuno?

Andrea Pace di anni ne aveva solo diciassette, ma nella sua breve vita era già diventato una piccola star quando, appena tredicenne, aveva partecipato, nel 2014, alla prima edizione di Masterchef Junior, il talent culinario dedicato proprio ai piccoli cuochi. Poca esperienza, ma tanta passione e tanta fantasia, un viso tondo incorniciato da riccioli biondi e un sorriso di quelli che sciolgono il cuore lo avevano fatto diventare uno dei beniamini del programma, tanto che, alla fine,  Andrea, romano doc, che diceva “Mio padre non commenta la mia passione per la cucina perché lui non sa fare neanche un uovo sodo“, si è classificato terzo.

Purtroppo, però, il giovane chef lottava da tempo contro la leucemia, male che non gli ha lasciato scampo; lo scorso 12 agosto Andrea si è arreso, fra il dolore dei famigliari e il cordoglio di tutto lo staff di Masterchef, che è stato fra i primi a pubblicare la tragica notizia della scomparsa di Pace sul proprio account Facebook.

Tra i tanti che hanno voluto ricordare e omaggiare la memoria di Andrea, anche Emanuela Tabasso, che ha vinto proprio l’edizione di Masterchef Junior cui entrambi hanno  partecipato.

Ma la dedica più bella, quella più toccante, più commovente, gliel’ha riservata la sorella maggiore Ludovica, che su Facebook ha pubblicato una loro foto insieme accompagnata da una lettera che non può non far scappare una lacrima.

Fonte: facebook

Il 12 agosto il nostro nucleo familiare si è spezzato – esordisce Ludovica nella sua lettera- un uccellino è caduto dal nido, dal disegno della famiglia felice è scomparso l’omino più piccolo dei quattro, quello più forte, coraggioso e determinato. Sono tre giorni che non ci sei più e ancora non ci credo, non riesco a pensare alla mia, alla nostra vita senza di te, egoisticamente sarei voluta morire con te a 100 e più anni, ma poi penso a tutto quello che abbiamo passato, al dolore che hai provato e che nessuno capirà mai, penso a quando ci guardavi chiedendoti il perché di tutto questo… e io stavo lì, impietrita, senza una risposta.

La sofferenza di Andrea è finita, quella della sua famiglia e di chi gli voleva bene non cesserà mai; l’unica cosa che potranno fare sarà imparare a  convivere con il dolore e la mancanza, ma per quello, purtroppo, non esiste nessuna ricetta magica.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!