Tutti adoriamo gli emoji. Ce ne sono davvero per tutti i gusti tanto che queste divertenti “faccette” le possiamo trovare non solo in ogni social network, ma perfino stampate su maglie, pigiami e perfino come portachiavi.

C’è chi ci ha perfino fatto dei dolci ispirati, come questi dolcissimi muffin per tutti i gusti.

Emoji-mania, qualcosa che ricorda la unicorn mania che ancora impazza sul web grazie alla variopinta bevanda di Starbucks ma quello scoperto da un team di archeologi è a dir poco sorprendente.

Fonte: sito archeologico di Karkemish

È stato scoperto a maggio 2017, in un’antica città al confine tra Turchia e Siria, e sembrerebbe essere il primo emoji della storia. A spiegarlo è proprio lo stesso archeologo, di origini italiane, che ha dato luce agli scavi, scoprendo dunque un antico recipiente abbastanza singolare.

Su di esso vi sono state incise tre pennellate ben visibili che, nell’insieme, vanno a formare una faccia sorridente.

È probabilmente l’emoji più antica del mondo. Non esiste nulla di simile nell’arte antica.

Ha annunciato l’archeologo durante un’intervista.

La brocca ritrovata veniva probabilmente utilizzata per bere il tradizionale sherbet, una bevanda dolciastra e fredda molto diffusa nel Medio Oriente Antico.

Gli scavi protagonisti della vicenda sono quelli della città di Karkemish, scoperta nei primi anni del Novecento dal tenente colonnello e archeologo Thomas Edward Lawrence. Anche detta Molo del dio Kamis (una divinità molto popolare nell’antichità, nel nord della Siria), è stata una città abitata dal sesto millennio a.C., fino al Medioevo quando venne abbandonata. Solo durante i primi anni del 1920 si ripopolò, divenendo un avamposto militare turco.

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