Abbiamo imparato a conoscerla nei panni dell’integerrima agente speciale dell’FBI Dana Scully nella serie cult X-Files, a caccia di extraterrestri e di prove dell’esistenza degli alieni assieme al compagno Fox Mulder. Ma Gillian Anderson è molto di più, non solo professionalmente, dato che oltre che alla science fiction che le ha dato la notorietà presso il grande pubblico la sua carriera spazia dal cinema al teatro, ma anche umanamente: è una mamma, ma anche una ex ragazza problematica, un’adolescente ribelle che ha sperimentato diverse forme di amore e non si vergogna di parlarne, un’attivista, sostenitrice di un’associazione che si occupa di trovare una cura per la neurofibromatosi (malattia di cui soffriva il fratello Aaron, morto nel 2011), ambasciatrice di Survival International, movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, e una femminista.

Nel febbraio 2018 ha inoltre posato nuda per PETA, per protestare contro l’uso delle pellicce.

I figli, dicevamo: ci sono Piper Maru, ormai ventisettenne, nata dal matrimonio celebrato con rito buddista il 1° gennaio 1994, con il regista, conosciuto sul set di X-Files, Clyde Klotz. E poi ci sono Oscar, di sedici anni, e Felix, di tredici, nati dalla relazione con l’ex compagno Mark Griffiths. Nel mezzo, tra il primo divorzio e l’inizio della relazione con Mark, c’è anche il matrimonio con il documentarista Julian Ozanne, durato dal 2004 al 2006.

Alcuni rumors sostengono che alla base della rottura con Griffiths ci siano proprio delle dichiarazioni rilasciate dalla Anderson a proposito delle sue relazioni saffiche, di cui l’attrice ha sempre parlato apertamente e senza alcun problema. Forse la sua tormentata vita sentimentale è un retaggio del passato da adolescente ribelle e scapestrata?

Una ragazzina terribile

Fonte: web

Gillian non ha mai nascosto di avere avuto un passato difficile, caratterizzato dall’uso di farmaci e droghe sperimentali, iniziato soprattutto dopo il trasferimento, con la famiglia, a Grand Rapids, nel Michigan. La Anderson parla di quel periodo come di quello in cui maggiormente sono emerse le sue crisi di identità, che si evidenziavano, racconta, in particolare nel suo modo di vestire, nel suo aspetto punk che la portava ad avere piercing al naso e capelli di diversi colori. Oltre a ciò, c’è la relazione con un tossicodipendente punk, con un uomo molto più grande di lei, che seguono però quella con una ragazza, avuta negli anni del liceo. Gillian ha snocciolato la sua lista senza problemi in un’intervista a Vanity Fair, consapevole di “essere abbastanza grande per poterne parlare senza temere ripercussioni”.

Attenzione, però: pur parlando tranquillamente del suo rapporto lesbico, Gillian Anderson ci tiene a tenere lontano ogni possibile speculazione del caso.

Se fossi stata omosessuale al 100 per cento la mia vita sarebbe stata diversa? – si chiede – Se avessi provato vergogna, sarei diventata un’adolescente problematica? Forse, la mia disinvoltura derivava dalla consapevolezza che mi piacessero comunque anche i ragazzi.

Inoltre, nella vita di Gillian la storia d’amore ai tempi del liceo non è stata l’unica; nella vita dell’attrice ci sono state altre donne, che tuttavia

Sono state l’eccezione, non la regola [proprio questa dichiarazione sarebbe stata all’origine della separazione con Griffiths ndr]

Inoltre ha  ammesso senza ipocrisie di quando, ospite del Graham Norton Show, un talk molto popolare nel Regno Unito, rispose “Leccami la clitoride” al presentatore che, maliziosamente, l’aveva invitata a leggere ad alta voce una frase sulle lesbiche da un libro straniero. Peccato che Graham volesse solo sentirla parlare in tedesco…

Arrestata

Fonte: web

Vedendola nei panni di Dana Scully sembrerebbe impossibile, eppure Gillian è stata persino arrestata quando nottetempo, dopo la consegna dei diplomi, ha forzato i lucchetti dei cancelli del liceo per introdursi nella scuola. Solo dopo è riuscita a far ridurre le accuse a suo carico. In classe, peraltro, i compagni avevano affibbiato all’attrice soprannomi piuttosto significativi per inquadrare il suo carattere, come “ragazza clown”, “ragazza più bizzarra”, o “ragazza più facile all’arresto”.

Probabilmente è stata proprio la recitazione, iniziata  nei progetti teatrali del liceo e in una comunità di produzioni teatrali, e poi portata avanti con l’iscrizione alla scuola di teatro Goodman, all’Università DePaul a Chicago (dove si laurea nel 1990) a “salvarla” da una vita all’insegna della ribellione. Anche se, prima di scoprire le sue qualità di attrice, a Gillian sarebbe piaciuto molto diventare una biologa marina.

Una femminista convinta

Fonte: ph. Denis Rouch per la campagna Fishlove

Oltre all’impegno sociale nella lotta alla neurofibromatosi, che le ha fatto perdere il fratello appena trentenne, e al sostegno dato, nel 2013, alla campagna di Survival per salvare gli Awá, la tribù più minacciata della terra, Gillian Anderson è anche una scrittrice e un’attivista che si auto-identifica come femminista. Molto celebri sono diventate le dichiarazioni rilasciate prima alla rivista Glamour, nell’agosto del 2014, e successivamente nel marzo 2015, quando a Dallas, in occasione del Comic Con, le è stato chiesto se lei stessa si considerasse un’icona, dati i forti personaggi femminili che ha interpretato. In quelle occasioni, Gillian ha risposto, rispettivamente

Ho le ossa femministe e quando sento cose o vedo le persone che reagiscono alle donne in un certo modo ho molta poca tolleranza.

E ancora

Io non mi considero necessariamente un’icona, ma mi considero una femminista.

Insomma, chi si sarebbe mai aspettata tanta grinta dalla serissima e compunta Dana Scully? E chi avrebbe mai potuto sospettare che, dietro i tailleur impeccabili e i capelli perfettamente laccati dell’agente dell’FBI, si nascondesse un’anima punk e da suffragetta?

 

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