Da bambine molte di noi sono cresciute con il mito di Wonder Woman, trasmessoci sia dai fumetti DC dedicati proprio alla principessa amazzone, che dall’omonimo telefilm andato in onda sul finire degli anni ’70, dove a interpretare Diana Prince (il nome umano dell’eroina) era  Lynda Carter. Wonder Woman è inoltre stata interpretata per il grande schermo, nel recente film uscito proprio nel 2017, dalla modella israeliana Gal Gadot.

Ebbene, l’amazzone guerriera è sempre piaciuta molto alle donne perché è unanimemente stata riconosciuta come simbolo puro del femminismo, la rappresentazione più veritiera della donna forte, indipendente, quella che non ha bisogno di un uomo al fianco per superare gli ostacoli. Insomma, negli anni ’70, periodo di grandissime trasformazioni socio-culturali, Diana Prince è diventata il vero e proprio manifesto del movimento del “girl power”, giungendo con tale fama fino a noi.

Anche gli stessi ideatori del personaggio, lo psicologo William Moulton Marston e il disegnatore Harry G. Peters , inoltre, l’hanno  pensata proprio con quel preciso scopo: come simbolo del femminismo, Marston asserì di voler dare un simbolo alle donne, un modello che fosse in grado di portare avanti con forza le loro idee e il loro mondo:

Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman e in più il fascino di una donna brava e bella.

Ma se in realtà le cose non stessero proprio così? Se in realtà, dietro la figura della bellissima principessa in costume strizzatissimo rosso e culotte, fosse celata invece la più becera e scontata propaganda maschilista?

Due esperte di immagine del corpo, Alexis Conason, psicologa, e Jenna Hollenstein, dietista, che collaborano con persone con disordini alimentare, disturbi alimentari e disturbi dell’immagine, hanno letto le recensioni del film di Patty Jenkins (un’altra donna), tutte entusiaste rispetto alla grande importanza data alla figura femminile, ma hanno dissentito rispetto all’opinione generale, portando all’attenzione, su Psychology Today, almeno quattro motivi per cui Wonder Woman non sia affatto una paladina delle femministe, anzi…
Ecco quali sono le loro ragioni, che noi abbiamo “rivisitato” in chiave personale.

1. Basta con lo stereotipo della bellona nel ruolo dell’eroina

Prima di tutto, chi ha stabilito che Wonder Woman debba essere per forza bella? Lynda Carter, che la interpretava nella serie, è stata Miss Universo 1974, Gal Gadot non si può certo definire una ragazza “normale”. Se rispettasse la vera fisicità delle amazzoni, molto probabilmente Wonder Woman avrebbe cosce da giocatore di rugby, dorsali da far invidia ai culturisti e bicipiti d’acciaio… insomma, sarebbe più una Superman in gonnella che una modella di Victoria’s Secret. Il film avrebbe avuto l’opportunità di distruggere uno stereotipo che più classico non si può, invece ci si è adagiato, dando la parte della protagonista a una super gnocca.

2. Perché per essere wonder (meravigliose) il nostro corpo deve essere perfetto?

Andiamo, Lynda Carter e Gal Gadot volano, combattono, si sporcano e sudano, e in tutto questo non un solo muscolo del loro corpo si muove. Non una coscia che traballa, nessuna traccia di ciccia sotto il braccio che si agita quando brandiscono armi o sferrano pugni. Insomma, i loro corpi sono talmente sodi e perfetti da essere totalmente irreali. C’è proprio bisogno di far passare l’idea che per essere forte e determinata una donna debba essere anche perfettamente allenata e ultra tonica? Non è proprio un’immagine tipicamente femminista…

3. La nostra unica eroina diventa un oggetto sessuale

La sola super eroina donna diventa facilmente oggetto delle fantasie maschili, strizzata in un corsetto da cui non deve trasparire il minimo difetto, con i capelli perennemente a posto e mai una goccia di sangue che esca, anche dopo combattimenti al limite dell’umana sopportazione. Non è un caso che l’outfit di Wonder Woman sia diventato anche un costume carnevalesco dai tratti alquanto sexy.

4. Non abbiamo bisogno dell’amore di un uomo per raggiungere il nostro pieno potenziale.

Nata in un mondo del tutto privo di uomini, nel film Diana riesce a far esplodere il suo pieno potenziale solo dopo essere venuta a conoscenza della morte di Steve, l’uomo di cui si era innamorata, proprio perché il segreto della sua forza è – indovinate un po’? – l’amore. Ha bisogno del vero amore di un uomo per salvare il mondo dal male. Non può farlo senza un uomo.
Per quale motivo? Okay, sarà pure il sentimento più nobile e bello del mondo, ma sinceramente questo fatto della forza che esplode completamente solo grazie all’amore di un uomo non è un po’ limitativo e non sottintende sempre e comunque all’idea che una donna trovi la propria completezza nell’altro sesso? Insomma, anche qui passa il messaggio che una donna sia completamente realizzata solo grazie alla presenza di un uomo… e questo è tutto fuorché femminista.

Che ne pensate, siete d’accordo con Conason e Hollenstein? Noi in effetti stiamo rivalutando il personaggio di Wonder Woman!

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