Senza materie e con gli smartphone: la rivoluzione della scuola ha inizio

Pensare a una scuola senza materie è sicuramente affascinante, ma cosa comporta davvero? Ecco in cosa consiste il nuovo modello scolastico finlandese che sta facendo tanto discutere.

Quando eravamo piccole, forse, lo sognavamo in tante: una scuola senza materie. Come sarebbe stata? Più divertente? Sarebbe stato più facile apprendere? E come avrebbe funzionato con quelle discipline che proprio non ci piacevano o non ci entravano nella testa? Oggi, quello che per noi era solo un momento di fervida immaginazione diventa realtà. In Finlandia – la patria di quello che è considerato il miglior sistema scolastico al mondo – è nata infatti la scuola senza materie. Si tratta di un metodo di apprendimento multidisciplinare che viene applicato fin dalla più tenera età, avvalendosi delle nuove tecnologie come i tablet. Si fa presto a dire «senza materie», come funziona?

Scuola senza materie, come funziona

Senza materie
Fonte: Pixabay

La nuova scuola finlandese rifiuta l’idea delle materie come compartimenti stagni di apprendimento. In altre parole, un argomento può essere collegato a un altro e soprattutto tutto si può connettere il tutto con la realtà contemporanea. Per fare un esempio: le guerre della Roma antica possono essere rilette con le guerre intraprese dagli USA negli ultimi 70 anni, i campi di concentramento nazisti possono suggerire degli approfondimenti biologici sul corpo umano, sul perché siamo tutti uguali, e così via. Man mano che gli studenti crescono, con il passare degli anni, si lavora anche con e sulle tecnologie e quindi in classe arriva il tablet che accresce le conoscenze attraverso Internet o attraverso oggetti realizzati con la stampante 3D.

La BBC si è dimostrata piuttosto critica verso questa novità: secondo l’emittente britannica, questo segna la fine della tradizionale divisione dei saperi. Quella che affonda le radici nel Medioevo, per capirci, con le arti del trivio e del quadrivio. Eppure nessuno si domanda se un approccio interdisciplinare senza materie non sia un bene per coloro che non hanno propensione verso alcune materie: in questo modo, tutti gli studenti apprenderanno allo stesso modo. Ma sarà un modo livellato verso il basso o verso l’alto? Quel che è certo, per ora, è che che la scuola senza materie si basa sullo studio dei fenomeni, ossia quelle che vengono chiamate comunemente «competenze». E che non ci saranno i compiti a casa.

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Le competenze

Questa è una parola fin troppo abusata, ma che in realtà traduce esattamente quello in cui consiste lo studio dei «fenomeni». La scuola senza materie aiuterà gli studenti ad avere strumenti adatti a combattere il cyberbullismo, a distinguere una notizia vera da una fake news e alcune tra le più semplici capacità informatiche, come l’istallazione di un antivirus o il collegamento tra computer e stampante, come conferma Repubblica.

I compiti a casa

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Fonte: Pixabay

In questi anni abbiamo assistito a tanti genitori che, sui social network, hanno raccontato il loro ostinato contrasto ai compiti a casa. E in tanti sistemi educativi, i compiti a casa in effetti non ci sono, così come in questo nuovo sistema finlandese senza materie. Tuttavia, non si può pensare di scorporare quello che ci piace da un sistema di insegnamento e appiattirlo sulla nostra esperienza. Laddove non ci sono compiti a casa, ci sono sempre molte più ore di studio e approfondimento in classe.

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Confronti con il modello italiano

I finlandesi hanno davvero qualcosa da insegnare a noi italiani sull’insegnamento? Probabilmente no, ma sicuramente sulla burocrazia molto e sull’accoglienza del progresso. In realtà il nuovo sistema di istruzione finlandese senza materia assomiglia molto al metodo Montessori, pensato e realizzato nel secolo scorso da Maria Montessori. Il suo metodo fu dapprima osteggiato dal Fascismo, come racconta Vice, poi, nell’Italia democratica sarebbe rimasto imbottigliato tra burocrazia, resistenza al cambiamento e costi sui materiali (che però oggi, proprio grazie alle stampanti 3D sarebbero notevolmente abbattuti). Il metodo Montessori vede lo studente al centro dell’apprendimento e l’insegnante come osservatore: in questo modo i ragazzi apprendono – e si auto correggono in modo autonomo – trovando anche il modo indipendente per comprendere la realtà e tutto ciò che stanno imparando.

Il modello italiano tradizionale non solo è distante dalla scuola finlandese senza materie, ma anche dallo stesso metodo Montessori, che invece è molto più praticato nel resto del mondo occidentale. È da piccoli che le attitudini emergono e a volte dipendono anche da esperienze vissute a scuola. Ciononostante, esistono già insegnanti che praticano a tutti i livelli la multidisciplinarietà – le tecniche di TwLetteratura ne sono un esempio. Ma, come sempre, sta al singolo docente decidere quale metodo di insegnamento utilizzare, nel bene e nel male.

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