In questi ultimi anni i single di tutto il mondo sono aumentati sempre di più. Secondo il pensiero globale, il fatto che così tanta gente non abbia qualcuno da amare o che l’ami potrebbe essere una cosa triste. Ma secondo la logica della psicologa Bella DePaulo illustrata in un articolo per The Conversation, pare che, invece, sia una cosa molto positiva.

Inizialmente, la DePaulo ha riportato i dati sviluppati da una ricerca del Pew Research Center, i quali hanno evidenziato che circa un uomo su quattro che ha raggiunto i 50 anni non è sposato. Per fare un esempio, la psicologa ha riportato un articolo di US News & World Report dichiarando che uno dei motivi principali per cui gli americani non si sposano è perché, secondo loro, i valori morali del Paese stanno peggiorando sempre di più.

Ed è qui che Bella racconta perché, invece, il fatto che i single siano in aumento è da considerarsi una fortuna:

Sono una scienziata sociale e ho passato gli ultimi due decenni a fare ricerche e a scrivere sulle persone single. Ho potuto constatare che l’ascesa dei single è una benedizione sia per le nostre città, sia per i nostri paesi che per le nostre comunità. L’ascesa dei single è anche una benedizione per parenti, amici e vicini. Questa tendenza dona l’opportunità di ridefinire il significato tradizionale – e i confini – della casa, della famiglia e della comunità.

Secondo la psicologa, infatti, gli americani che sono sposati tendono a essere molto meno socievoli rispetto a quelli single. Uno dei motivi riportati dalla DePaulo è che quest’ultimi pare siano molto più propensi a fare visita alle famiglie rimanendo in stretto contatto con fratelli, sorelle, genitori e anche amici.

Le persone che vivono da sole sono molto più libere, non hanno orari fissi, possono uscire e tornare a casa quando vogliono perché non c’è nessuno che le aspetta e non hanno responsabilità di alcun tipo. Inoltre, non avendo nessun vincolo o impegno nella vita privata tendono a occuparsi della comunità impegnandosi in lavori socialmente utili. È anche per questo che sono più propense a socializzare rispetto alle persone sposate.

Secondo quanto riporta la DePaulo, quella specie di etichetta sociale molto diffusa, per cui i single vengono considerati soli e non felici non è reale, in quanto i single spesso non si sentono né soli, né isolati, né tristi.

Secondo un articolo pubblicato dalla stessa psicologa su PsychCentral, le persone che vivono da sole sono quelle che sviluppano più fiducia nelle proprie opinioni contribuendo alla loro crescita personale. Al contrario, le persone che si sposano non possono certamente decidere da sole quello che si deve fare all’interno della famiglia.

I mariti e le mogli tendono a mettere coniugi e figli al primo posto facendoli diventare il centro della loro vita. Questo, in realtà, è quello che la gente si aspetta di fare (ed è quello che viene spontaneo fare). Secondo la DePaulo, pare che i single stiano espandendo il significato tradizionale della famiglia inserendo in questo concetto anche amici, ex compagni e mentori.

Comunque, esistono anche persone fidanzate che non vogliono sposarsi perché non vogliono rinunciare al loro tempo da soli. Scelgono, dunque, di vivere ognuno a casa propria; una sorta di filosofia di vita che consiste nel “vivere separati ma insieme“.

Secondo la psicologa, vivere una vita da soli diventa una scelta vera e propria e questo contribuisce a rendere i single molto più razionali senza escludere, però, il matrimonio. In parole brevi, se decideranno di sposarsi e di avere un figlio, non lo faranno perché la società gli impone di farlo entro una certa età, ma lo faranno perché lo vogliono veramente (essendo stati da soli per tanto tempo).

Le conclusioni tratte dalla DePaulo evidenziano che, se questa tendenza continuerà, le generazioni future avranno l’opportunità di perseguire la vita che più gli conviene, piuttosto che quella che è stata scelta per loro.

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