258 esimo giorno di gravidanza

 

sono successe un po’ di cose.

Anzitutto, l’ormone sbagliato, lo chiameremo “la carogna” ha colpito Han, il mio neurone. Si, io familiarmente lo chiamo così: Han Solo.

Quindi mi sono ritrovata a trascorrere qualche settimana immersa nella più cupa tristezza.

In parte sicuramente è stato il fatto di aver subito un cambiamento radicale allo scoccare del settimo mese: sono passata, nel giro di pochi giorni, dall’essere una me stessa, energica e vitale come al solito, alle cogitabonde digressioni fra me e me sull’opportunità o meno di infilarmi scarpe che richiedessero di essere allacciate. Eh, si, perché i miei piedi si sono dichiarati da qualche tempo regione autonoma e non sempre, fra l’altro, garantiscono la continuità territoriale.

Per rompere definitivamente i vincoli che limitavano a anni la loro emergente libertà di espressione, inoltre, hanno deciso di espandersi, di uscire dai rigidi confini che tanto li opprimevano: infatti adesso assomigliano in modo inquietante a quelle buffe borse dell’acqua calda a forma di piede che vende il negozio dei cinesi sotto casa mia.

Ora, io ero pronta a molte cose quando sono rimasta incinta: ma i rotolini sui piedi, sinceramente mi hanno colta un filino di sorpresa.

Comunque, una volta adattata alle nuove piccole difficoltà di questo periodo, mi sono velocemente ripresa. Ho imparato a prendere un po’ di tempo per me e le mie nuove esigenze: ad esempio, adesso impiego circa due minuti di orologio a raggiungere la posizione eretta la mattina, e li impiego positivamente domandandomi chi sia stato il burlone che durante la notte mi ha bastonata sulla schiena con un pezzo di guardrail.

Ho imparato anche a prendermi i miei spazi: il bagno.

Il bagno è mio, è un dato di fatto. Fosse pure per uso capione. E poi, il bagno…i bagni, tutti. Potrei agevolmente scrivere, e probabilmente lo farò, una “guida ai cessi dell’Emilia Romagna”.

Voi mi sentite dire “vado dal fornaio” o “vado da mia madre”, ma in realtà sto andando in bagno. Sempre. Il bagno del fornaio, il bagno di mia madre, ho perfino visitato il bagno del mio benzinaio di fiducia!

In compenso io e Arianna ormai comunichiamo agevolmente. Abbiamo ideato un ottimo sistema in cui io le parlo e lei mi risponde a colpi, come nelle sedute spiritiche ottocentesche.

È vero, è lunga lunga (come me del resto) e appena si muove mi urta, soprattutto le costole. È vero, è anche un filino doloroso alle volte. Ma vi rendete conto di quello che significa? È fortissima mia figlia! non è ancora nata e già calcia alla grande, con tanto di forma del piede in rilievo sulla mia pancia! Che mito, la mia Arianna!

Le abbiamo preparato tutto, a casa, non manca che lei.

Io e suo padre passiamo un sacco i tempo ad immaginare come sarà, sia fisicamente che, soprattutto, come carattere.

Poi vi racconto le ultime cose assurde che sono successe in questa specie di sitcom strampalata che passa per essere la mia vita.

Per ora…scusate il ritardo!

 

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