Aggiornamento articolo di gennaio 2018

Sono passati poco più di otto mesi dall’ultima volta che abbiamo trattato la storia del piccolo Nolan, morto a soli quattro anno per un raro tumore che colpisce il tessuto connettivo, il rabdomiosarcoma alveolare metastatico. La madre del piccolo, però, nonostante la grave e triste perdita continua tuttora a condividere i suoi pensieri e le ultime foto del bambino sulla pagina Facebook ufficiale NolanStong, diventata oggi una sorta di omaggio per quel bimbo che ha combattuto con coraggio la più dolorosa e tragica delle malattie.

So che è passato molto tempo dall’ultima volta che ho scritto ma sinceramente i giorni non sono diventati facili. Ultimamente sono entrata in una fase in cui sono molto arrabbiata perché mio figlio non è più qui. Più le feste si avvicinano, più questa cosa peggiora.

Ha scritto Ruth Rollin attraverso un lungo post in cui spiega il dolore della perdita dell’amato figlio.

Oggi è il giorno del Ringraziamento. Ovunque si legge “Felice Ringraziamento, è quasi Natale!“. Ma nulla, non un secondo oggi è felice. Grato forse, ma non lo definirei felice.
Sono grata di aver dato alla luce i tre bambini più belli che abbia mai visto e ho capito che il mio scopo nella vita è essere una madre. […] Ma la “felicità” se n’è andata. Qui sotto c’è l’immagine dell’ultimo giorno del Ringraziamento che ho celebrato insieme ai miei figli. Non ne avrò mai più uno con tutti i miei figli seduti a tavola. Scrivere queste parole è un dolore atroce.

La donna ha inoltre documentato il primo giorno di scuola dei suoi due figli rimasti e quello del piccolo Nolan che, come potete vedere dall’immagine, non c’è.

Questa mattina è stato il primo giorno di scuola per i bambini della nostra zona. Nolan avrebbe cominciato la scuola quest’anno. […] Questa mattina, dopo aver scattato alcune foto ai miei bambini sopravvissuti, ho voluto scattarne una anche del primo giorno di scuola di Nolan.

Grazia al rabdomiosarcoma non è l’immagine che volevo. Dovrebbe essere lì, con il suo piccolo zaino per i libri, il sorriso contagioso e una maglietta con una qualche frase spiritosa.

Il mio dolce dolce bambino.

La famiglia del bambino sta inoltre tuttora continuando il progetto di crowdfunding dal nome #Nolan Strong in sostegno degli infanti, e delle loro famiglie, che ogni giorno devono combattere contro il cancro.

Articolo originale – 03/05/2017

Nolan da grande voleva fare il poliziotto, aiutare gli altri, difendere i più deboli. Ma per il piccolo purtroppo c’erano altri programmi; così Nolan, a soli quattro anni, è diventato comunque qualcuno in grado di proteggere le altre persone, soprattutto la sua mamma: è diventato un angeloPerché Nolan combatteva ormai da un sacco di tempo, da un anno, davvero un’infinità per una vita così piccola, con un nemico terribile, ingiusto, impietoso, con un nome strano e quasi impronunciabile, ma dagli effetti devastanti: rabdomiosarcoma alveolare metastatico, così si chiama quel mostro che un giorno ha attaccato il piccolo Nolan, un tumore raro che colpisce il tessuto connettivo, soprattutto nei bambini. Per dodici, lunghissimi, interminabili mesi, Nolan ha lottato come un leone contro il male, accompagnato nel viaggio doloroso fra chemioterapia, analisi, tac e degenza in ospedale dalla mamma Ruth.

Purtroppo, Nolan ha perso la sua battaglia contro il cancro, e lo scorso primo febbraio 2017 il suo corpo ha smesso per sempre di lottare. Era una fine che tutti, compresa mamma Ruth, si aspettavano, nessuno, purtroppo, credeva nel lieto fine, anche perché negli ultimi mesi le condizioni del bambino erano drasticamente peggiorate.

Quando ho portato Nolan in ospedale l’ultima volta sapevo che qualcosa non andava: non mangiava e beveva da due giorni ma vomitava continuamente. Il primo febbraio eravamo seduti con l’intera équipe di medici intorno a noi. Quando l’oncologa ha preso la parola, ho visto nei suoi occhi il dolore assoluto. Era sempre stata sincera con noi, aveva sempre combattuto al nostro fianco. L’ultima tac mostrava grandi masse tumorali crescere e premere contro i polmoni e il cuore, dopo solo 4 settimane dall’intervento chirurgico. Le metastasi ai polmoni erano aumentate e il cancro era diventato resistente a ogni tipo di trattamento. L’unica cosa possibile era alleviare il suo dolore e confortarlo.

Proprio nelle ultime settimane di vita di suo figlio, la coraggiosissima mamma Ruth ha deciso di aprire una pagina Facebook in suo onore, che si chiama proprio NolanStrong, non solo per raccontare le ore passate in compagnia del figlio, ma anche, in maniera molto altruistica, per raccogliere fondi a sostegno della ricerca per tanti altri bambini nel mondo, e per i loro genitori, che stanno lottando contro il cancro.

Uno degli ultimi post della pagina, condiviso più di 640 mila volte e con un milione circa di like, è questo:

Due mesi. Due mesi da quando ti ho tenuto tra le mie braccia, ho sentito quanto mi hai amato, ho baciato quelle dolcissime labbra simili a una torta. Due mesi da quando ci siamo raggomitolati. Due mesi di inferno assoluto e puro.
Da un po’ di tempo pensavo di scrivere qualcosa sugli ultimi giorni di Nolan. I suoi ultimi giorni hanno mostrato quanto mio figlio fosse sorprendente. Quanto era bello. Come fosse fatto di nient’altro se non di amore puro.

Ruth, con un coraggio davvero ammirevole, nel post trova anche la forza di descrivere il momento, terribile, in cui ha chiesto al suo bambino di smettere di lottare, consapevole che non ci sarebbe stato più nulla da fare e che la guarigione era impossibile.

Amore, ti fa male respirare, non è vero?
Beh… sì
Provi tanto dolore, non è vero piccolo?

Tesoro, questo cancro fa schifo. Non devi più combattere.
Non devo? Ma lo farò per te mamma!
No tesoro! È questo quello che hai fatto fino ad ora? Hai combattuto per la mamma?
Certo!
Nolan Ray, qual è il compito della mamma?
Proteggermi!
Tesoro… non posso farlo più qui. L’unico modo per tenerti al sicuro è in cielo.
Allora andrò in Paradiso a giocare fino a quando non mi raggiungerai! Verrai, giusto?
Assolutamente! Non puoi sbarazzarti della mamma così facilmente!
Grazie mamma! Andrò a giocare con Hunter, Brylee e Henry!.

Nonostante la sua tenerissima età, Nolan non si è mai lamentato della dolorosa terapia a cui si sottoponeva, né del fatto di dover restare in ospedale per seguire le cure; non perdeva occasione per baciare e abbracciare la sua mamma, perché a lui non importava dove fossero, ma solo che lei gli fosse accanto. Tanto che, l’ultimo giorno, quando Ruth è andata a riprenderlo per portarlo a casa, lui le ha detto che non dovevano per forza andarsene, che potevano pure restare lì, nella stanza d’ospedale che ormai era diventata la sua cameretta. Nelle 36 ore seguenti Ruth e Nolan sono rimasti sdraiati assieme sul letto, guardando filmati su YouTube, ridendo e parlando. Come ogni mamma fa con il figlio, prima di augurargli la buonanotte. Solo che la buonanotte di Nolan è stata per sempre.

Fonte: facebook

Ruth ha chiesto a Nolan se poteva assentarsi alcuni secondi per fare una doccia, prima di cambiarsi per la notte, e lui è rimasto con lo zio e i medici. Quando è uscita dal bagno, ha trovato il suo bambino profondamente addormentato, si è stesa accanto a lui e con la sua mano l’ha accarezzato.

In quel momento è avvenuto il miracolo che non scorderò mai. Il mio angelo ha fatto un grande respiro, si è girato, mi ha sorriso e mi ha detto “Ti amo mamma“. Si è addormentato per sempre mentre gli cantavo nell’orecchio la canzone You are my sunshine.

Questo bambino con il cuore e la mente di un adulto, che lucidamente discuteva con la mamma di come organizzare il suo funerale e come prepararsi a salutare gli amici, se n’è andato senza neppure chiedersi il perché di quell’ingiustizia. Del perché il destino avesse deciso di portarlo con sé così presto. Lasciando sola la sua mamma, a convivere con la dolorosa consapevolezza di essere sopravvissuta a un figlio, ma anche con la certezza, incrollabile, di avere un angelo tutto per sé, pronta a proteggerla e a sorvegliarla dall’alto. Là dove i mostri cattivi non arrivano, dove non c’è bisogno di lottare, dove Nolan, il bambino che sognava di fare il poliziotto, potrà difendere per sempre la sua mamma con la cosa più grande che c’è: il suo amore.

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