Sul portale La Nozione (basta il nome per rendersi conto di cosa si tratta) viene pubblicata questa “notizia”, dal titolo La sorella della Boldrini in pensione a soli 35 anni, 10.000 € al mese!, dove si legge, tra le altre cose:

Lucia Boldrini (sorella della Presidente della Camera, ndr) è tornata oggi all’attenzione dei media dopo la notizia su un suo pre-pensionamento: la Boldrini sarebbe in pensione dal 2013, e cioè alla giovanissima età di 35 anni. La notizia ovviamente non è stata presa molto bene dagli esodati e da tutte le vittime della controversa riforma che ha fatto piangere lacrime e sangue a tutti gli italiani.

Cosa che ha fatto tornare in auge anche quest’altro “scoop” dell’estate scorsa di Avanguartia Nera, pagina di bufale a sfondo politico:

La verità sta in un post della Presidente Boldrini che scrive, in modo secco scrive, nel linguaggio che assume un dolore che vorresti legittimamente restasse privato, ma che a un certo punto si è costretti a mettere in piazza, per difendere l’integrità e il ricordo di chi non c’è più:

Per la cronaca, la “sorella della Boldrini” in foto è in realtà l’attrice Kyrsten Ritter, nei panni della detective Jessica Jones nell’omonima serie.

È successo ancora una volta.  Da una parte c’è il web peggiore, che trae profitto dal divulgare notizie fake che cavalcano l’indignazione e l’ignoranza di una fetta di popolo allenato a sfogare la propria frustrazione vomitando insulti su altri; dall’altra c’è questa parte di popolo, dall’indignazione facile, che diventa il modo più veloce (nonché l’alibi) per liquidare le proprie deficienze – nel senso letterale – critiche, di discernimento, etiche, di libertà intellettuale e responsabilità.

In entrambi i casi una minoranza, del web e del popolo, ma a questo punto non è più la singola pianta che cade (e che fa più rumore della foresta che cresce), ma una piccola foresta marcia, che va sradicata, con leggi e provvedimenti seri.

Ancora una volta, Laura Boldrini si trova a pubblicare un post sulla sua pagina Facebook, in cui denuncia nuovi oltraggi dagli sciacalli del web.
La questione non è politica: colpisce il privato, prima diventa violenza a sfondo sessuale, come era accaduto qui:

Ora è violenza che si scaglia contro una famiglia e prende i tratti del vilipendio di cadavere, perché la sorella della Ministra non solo non fa quanto le viene attribuito, oltraggiandola e mettendone in discussione la moralità, ma è morta.

Niente di nuovo anche in questo gioco macabro, che tormenta i vivi e non lascia stare i morti. Lo sa bene, per esempio, Miguel Bosé che si è visto incolpare della morte della nipote – “la punizione di Dio alla tua omosessualità” – e che ha dovuto assistere inerme a chi descriveva e minacciava rapporti sessuali con il cadavere della ragazza:

E se la questione della divulgazione delle bufale, di post e immagini private richiede urgenti provvedimenti per fermarne gli autori, non da meno deve aprirsi un dibattito sulla responsabilità di chi è ancora convinto che in Rete si possa dire e condividere qualsiasi cosa, insulti e minacce compresi, senza doverne rispondere che, si sa, “Facebook mica è reale”.
La disinformazione, il dolore, la morte, però, quelli sì.

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