Ruzzle è senza dubbio l’applicazione del momento. Anche chi ha cercato fino all’ultimo di resistergli, ha ceduto.

Le polemiche nascono nel momento in cui, dopo ore spese a giocare con la nuova invenzione di Satana, se casualmente sfiori il touch screen in modo scorretto, scopri parole di cui, fino a ieri, ignoravi completamente l’esistenza. Nessun errore però. Le parole esistono e Zingarelli ne è testimone. Il co fondatore di Mag Interactive, Daniel Hasselberg, e il responsabile delle redazioni lessicografiche di Zanichelli, Enrico Lanfranchi, hanno iniziato a collaborare al progetto ancora un anno fa, quando il gioco non era famoso. Zingarelli ha infatti messo a disposizione della società svedese il suo data base per sviluppare al meglio il gioco.

Le parole rielaborate e inserite su Ruzzle risultano 86mila, a cui vanno aggiunte tutte le forme declinate, flesse, diminutivi e accrescitivi. Il passaggio successivo è stato assorbire il database italiano attraverso un algoritmo che ha eliminato tutti gli accenti.  Il gioco non accetta però nomi di persona e di città.

Sono i giocatori quindi a non conoscere la propria lingua madre?!? Mi pare un’esagerazione. 

(Qualche suggerimento?! Arri è una voce d’incitamento degli animali da soma, var un’unità di misura, irco è il becco o il maschio della capra, itto è la pulsazione di alcune arterie… )

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