La lettera di addio alla moglie che non c'è più: "'Stirerò', dicesti. Non l'hai mai fatto ma sei stata la mia vita"

Ci sono storie d'amore lunghe una vita che non si esauriscono nonostante tutto, persino a dispetto della morte. È il caso di Francesco Forte e della moglie Carmen, scomparsa a gennaio. L'economista ed ex ministro le ha dedicato una lunga e struggente lettera di addio su Facebook: "Stirerò se mi sposi, hai detto. Non lo hai mai fatto, ma sei stata la donna della mia vita".

Era comparsa là in fondo, al centro, camminava in fretta, lungo il primo porticato, venendo da sinistra, alla Facoltà di lettere, aveva appena finito di assistere a una lezione. Dietro di lei c’erano due o tre ragazzi, lei li teneva a distanza, voltandosi indietro e allungando il braccio con un quaderno, che andava quasi sopra la loro testa, era molto alta, agile, snella, gli occhi verdi, i capelli che volteggiavano quando si voltava: poi è scomparsa, andando sotto il porticato verso destra.

Così Francesco Forte, economista, ex ministro delle Finanze nel governo Fanfani, ha scelto di ricordare la perdita della moglie: ricordando il primo incontro, quella prima volta in cui vide Carmen, colei che sarebbe diventata la compagna della sua vita, la donna rimasta al suo fianco per ben 65 anni.

Lo ha fatto con un lungo e commovente post su Facebook in cui ha ripercorso, con la dolcezza tipica di un marito innamoratissimo di sua moglie, le tappe più importanti della loro storia insieme, da quel primo incontro, avvenuto nei corridoi dell’università nel luglio del 1951.

Forte, da poco laureato, era assistente ordinario dell’Istituto di Finanza, e presto sarebbe diventato professore di Economia, poi responsabile economico del partito Socialista e infine ministro nel dicastero delle Finanze: una mente brillante e una carriera tutta in ascesa, ma davanti a quella ragazza che allontanava schiva tutti i potenziali corteggiatori lui non era che un giovane di 22 anni rimasto letteralmente folgorato da lei, dalla sua bellezza e dalla personalità decisa.

Carmen Cignoli sarebbe diventata sua moglie nel 1957, ma prima di allora c’erano stati i momenti del corteggiamento, della conoscenza, quelli in cui lui aveva capito due cose fondamentali: che lei era la donna della sua vita e che i suoi sentimenti erano ricambiati.

…era seduta là, su una panchina, con la Renza una studentessa piccolina, né bella né brutta di Casteggio, come lei, che si vantava di conoscermi. “Vieni , le aveva detto, ti voglio presentare il giovane genio della nostra Università”. Carmen mi ha sorriso, mi ha detto, con il sorriso di questa fotografia, la voce fresca, musicale, lineare “hai la camicia un po’ sgualcita, se mi sposi io te la stirerò”. Sorrideva, non capivo se scherzava. Io le ho detto “ora devo andare ma vorrei mandarti una cartolina con le montagne, domani vado a Sondrio, a casa, con la moto, dammi l’indirizzo”, lei me lo ha dato, abitava a Milano, da parenti , in via Vincenzo Monti. Così è cominciata la nostra storia, con cartoline e qualche incontro di sfuggita.

Poi, nel 1955, come nella più dolce delle commedie romantiche, lei si fa trovare nell’aula dove lui aveva appena tenuto una lezione, gli chiede di accompagnarla a prendere delle cose nella casa di alcuni cugini a Gromo, lui naturalmente accetta. Una volta arrivati, trova la prova del fatto che anche Carmen nutre per lui dei sentimenti.

Siamo entrati , io sono andato al secondo piano, ho accesso la luce in una camera da letto, le griglie sbarrate, su comodino si marmo c’era una mia cartolina di un anno prima, con i saluti; lei è salita io gliela ho mostrata, lei è diventata rossa e mi ha detto “non vale”. Allora io la ho baciato, perché ho capito che pensava sempre a me. Così è cominciata la nostra storia.

Il loro amore viene consacrato a Santa Margherita Ligure, e arricchito dalla nascita di Stefano, oggi professore, come il padre, però di fisica teorica presso l’università di Milano; la loro vita insieme scorre via serenamente, felice, loro due sono una coppia affiatata e innamorata come il primo giorno, e Carmen è parte integrante anche e soprattutto del successo professionale di Forte.

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Stargli vicino non deve essere stato facile: i viaggi, il lavoro che spesso si protraeva fino a tarda sera, eppure Carmen non ne è mai stata spaventata. Lo ha seguito in Africa, fra i ribelli somali, e quando lui rincasava tardi lei si godeva la solitudine fermandosi a leggere, una delle sue grandi passioni, a differenza, sottolinea ridendo Forte, dello stirare. Una presenza discreta, silenziosa ma fondamentale, su cui adesso il professore, affranto, non può più contare. Ora, a 88 anni, è stato costretto a dire addio alla sua amata, che se ne è andata lo scorso 16 gennaio, all’età di 86 anni, a Torino, a causa di un collasso respiratorio. Un colpo durissimo per lui, che pure vuole consolarsi con la consapevolezza che lei continui a seguirlo da lassù.

… ora penso che sia in paradiso, con il suo sorriso romantico e gli occhi verdi che sognano l’amore come un cielo […] Io ora so che lei è in cielo e mi è vicina. Non mi tiene lontano sventolando un quaderno quasi sopra la mia testa , in mano , sul cuore ha la cartolina di Gromo.

 

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