Dopo il terribile incidente del sommergibile Titan, scomparso dai radar e probabilmente imploso – questa, almeno, sembra essere l’ipotesi più accreditata delle ultime ore – mentre trasportava cinque passeggeri in “visita” al relitto del transatlantico più famoso del mondo, un’altra ondata di interesse ha travolto il Titanic.

Molti, infatti, hanno trovato agghiaccianti coincidenze con la sciagura del 1912, parlando di vera e propria “maledizione”. Tuttavia, tempo fa emerse una nuova teoria sulla reale causa del naufragio della nave. Per anni, infatti, e anche nel colossal di James Cameron del 1997, si è data la colpa a uno dei tanti iceberg che si trovano nell’Oceano Atlantico ma potremmo aver sbagliato.

Dall’Inghilterra, la nuova teoria sul naufragio del Titanic

Senan Molony ha illustrato tempo fa la sua teoria in un documentario di Channel 4, emittente televisiva britannica. Secondo il giornalista la vera causa del naufragio del Titanic fu un incendio all’interno dello scafo, come dimostrano alcune fotografie scattate quando la nave era ancora ferma nel porto di Belfast, dove venne costruita. Le prove fotografiche mostrano le fiamme sviluppatesi intorno al locale caldaie che, probabilmente, continuarono a divampare per giorni indebolendo lo scafo. Il destino della nave tutt’altro che “inaffondabile” era, dunque, già segnato al momento dell’impatto con l’iceberg, che causò lo squarcio laterale. Infatti, lungo il tragitto da Southampton a New York i passeggeri sarebbero stati, comunque, a rischio di continue esplosioni.

Inoltre, dalle ricerche condotte da Molony è emerso un particolare sconcertante che imputerebbe la morte di ben 1500 persone a una “negligenza criminale”. In occasione del viaggio inaugurale, per non allarmare i passeggeri, il Titanic venne attraccato al porto di Southampton in modo strategico, nascondendo i danni già presenti e mostrando soltanto il lato integro della nave. Secondo Senan Molony l’affondamento del Titanic non è stato un “atto di Dio”, come definito dall’inchiesta ufficiale ma “una tempesta perfetta di fattori straordinari avvenuti insieme: il fuoco, il ghiaccio e una negligenza criminale”. La lettera della sopravvissuta Lady Duff Gordon potrebbe avvalorare questa teoria. Peccato che il contenuto sia appannaggio esclusivo di chi ha acquistato il documento all’asta per una cifra da capogiro.

Il giallo del Titanic: altre possibili cause del naufragio

Sono trascorsi anni dal film che ha portato sul grande schermo la tragedia del Titanic, dando il via a una serie di teorie scientifiche e non, come quella che vedrebbe in Jack Dawson (Leonardo DiCaprio) un viaggiatore del tempo.

Una pietra miliare nella ricostruzione di quanto accaduto è il lavoro pubblicato sulla rivista scientifica britannica Physics World da Richard Corfield. Il giornalista ha attribuito il naufragio avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912 a una serie di fattori negativi. In primo luogo, la struttura stessa dello scafo, realizzato in acciaio (materiale inadatto alle basse temperature) e con rivetti di scarsa qualità, ne avrebbe compromesso le prestazioni.

Certo, anche l’incapacità del personale di bordo ha avuto un ruolo determinante. La catena di errori umani messa in atto va dall’aver predisposto un numero insufficiente di scialuppe all’aver dato priorità alla trasmissione di messaggi a pagamento dei passeggeri piuttosto che operativi. A ciò, bisogna aggiungere le condizioni climatiche sfavorevoli, che avrebbero spinto numerosi iceberg verso Sud e una singolare congiunzione astrale. Stando a uno studio condotto presso l’Università del Texas, infatti, tre mesi prima del naufragio la Terra si trovava contemporaneamente alla minima distanza dal Sole e dalla Luna. Ciò ha comportato il raggiungimento del picco massimo di marea nell’aprile del 1912, con un conseguente incremento dei distacchi di iceberg dalla calotta artica.

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