Lancette indietro di un’ora e 60 minuti di sonno in più recuperati: è quello che accadrà nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre, quando tornerà l’ora solare.

Potrebbe però essere l’ultimo anno in cui spostiamo indietro i nostri orologi, visto che dall’aprile del 2021 potrebbe definitivamente sparire l’ora legale. Se ne è discusso lungamente al Parlamento Europeo, e a partire dal prossimo anno ogni Stato avrà la discrezionalità di decidere se mantenere in vigore il cambio dell’ora oppure se adottare l’ora unica.

Come sappiamo, tra il luglio e l’agosto del 2018 il Parlamento di Bruxelles, dopo una consultazione pubblica, ha approvato con l’84% dei voti a favore l’abolizione dell’obbligo, per i vari Paesi membri, di passare da ora legale a ora solare, lasciando perciò piena libertà a ciascuno di decidere secondo quale orario impostare i propri ritmi.

Perché alcuni Stati vogliono abolire l’ora legale

La stessa querelle era nata come scontro tra Stati del Nord e del Sud, con i secondi avvantaggiati dalla presenza dell’ora legale per avere più luce a differenza di quelli nordici, che infatti hanno spinto per il passaggio definitivo all’ora solare. Ci sono stati però Paesi, come la Francia, che anche al Sud hanno spinto in direzione opposta, proponendo l’adozione dell’ora legale come ora unica.

Come si pone in questo dibattito l’Italia? In realtà, in maniera molto neutrale, ovvero propendendo per sei mesi di ora legale e sei di ora solare. A incidere sulla scelta italiana, però, anche un ragionamento in termini di risparmio economico: adottare l’ora legale permette di accendere le luci un’ora dopo, che, secondo l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e ambiente), nel complesso porta un risparmio dello 0,2% sul totale dei consumi. In generale, secondo dati Terna (l’azienda italiana che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica), tra il 2004 e il 2017 questo ha significato un risparmio di 1 miliardo e 435 milioni di euro.

Il rischio più concreto di questa spaccatura sulle ore significherebbe, secondo i pessimisti, un’Europa con moltissimi fusi orari, che potrebbe inficiare negativamente sul mercato interno. Ma la cosa più concreto che dovremo aspettarci la prossima primavera, probabilmente, sembra essere proprio quella: libera scelta per ognuno degli Stati membri.

Bagarre politica a parte, il cambio dell’ora porta inevitabilmente con sé un bel carosello di effetti collaterali, ognuno dei quali sarà accompagnato da malessere e malumore, un po’ come se ci si ritrovasse a gestire l’effetto jet lag dato dal cambio di fuso orario.
Restando in tema di umore, il minor numero di ore di luce dell’inverno si ripercuote sulla produzione di serotonina – l’ormone del buonumore – da parte del nostro organismo, che invece chiede a gran voce di poter godere il più possibile degli effetti benefici del sole.

Disordine affettivo stagionale

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Così come cambiano le nostre abitudini, altrettanto cambiamo noi in prima persona. Comunemente conosciuta come la depressione dell’inverno, le conseguenze di questa regolamentazione oraria sulla psiche implicano una serie di fastidi e problematiche che abbracciano l’insonnia, l’incapacità di mantenere la concentrazione, gli sbalzi di umore, la perdita di appetito, il calo del desiderio sessuale e l’irritabilità. Insomma non è un provvedimento a costo zero in termini emotivi.

I bambini ne risentiranno?

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Dormire un’ora in più potrebbe portare a conseguenze nei bioritmi e i bambini non saranno immuni dai disagi, dalle nottate in piedi fino a tardi e dai risvegli sballati. I pediatri suggeriscono di iniziare ad abituare i bimbi al cambiamento orario già qualche giorno prima della data ufficiale, così che possano adattare sia il fisico che le abitudini, proponendo loro una dieta che non contenga troppe sostanze eccitanti come il caffè, la cioccolata, il cacao e le spezie e facendo in modo che la giornata inizi in modo sereno ed equilibrato.

E gli animali invece?

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Eh sì, cambieranno anche le loro abitudini, i loro orari per il consumo dei pasti e quello per le passeggiate e i giretti all’aria aperta. I nostri amici a quattro zampe non sono esentati dall’irritabilità, dal nervosismo e dalla sensazione di fatica. Secondo l’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari i gatti dovrebbero essere un po’ più agevolati poiché hanno un orologio interiore che si abitua alla perfezione al cambio, ma può darsi invece che il vostro cagnolino vi balzi sul letto di buon mattino se i bisogni saranno sincronizzati con il vecchio orario!

Ma quando torneremo alla normalità?

L’ora solare entra in vigore a partire dall’ultima domenica del mese di ottobre e dura fino all’ultima domenica di marzo, in concomitanza con il passaggio all’ora legale. A meno che, come detto, da aprile 2021 l’Italia non cambi improvvisamente idea, e decida di rinunciare all’ora di sole in più.

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