In molti ritengono che i migranti siano quelli che “rubano il lavoro”, quelli che “ricevono 35 euro ogni giorno per non fare niente”, e anche quelli che “alloggiano negli alberghi a 5 stelle e pretendono smartphone e connessioni Internet”. Ma è proprio vero che sia così? Emma Bonino, dei Radicali Italiani, ha ideato un prontuario attraverso il quale propone una risposta economico/statistica che cerca di sfatare i falsi miti che aleggiano attorno ai migranti.
Ad ognuna delle affermazioni segue una replica ponderata sulla base di dati statistici – provenienti da varie fonti – attraverso i quali vengono smontati, uno ad uno, pregiudizi e dicerie.

Non è affatto semplice affrontare una tematica tanto controversa, il flusso dei migranti suscita esiti emotivi molto contrastanti tra loro. C’è chi li teme e nutre una sorta di fobia nei confronti degli stranieri. C’è chi si prodiga per aiutarli e difenderli, empaticamente.

Ma ecco, al di là di ogni linea di pensiero, il botta e risposta proposto nel prontuario di Emma Bonino. Le immagini non fanno invece parte del prontuario, ma sono le fotografie vincitrici del Premio Pulitzer nella categoria “Breaking News” (Edizione Straordinaria). Questi reporter – fotografi del New York Times e della Reuters – hanno seguito le odissee dei migranti attraverso le frontiere, immortalandone le condizioni di vita e di disperazione, attraverso scatti intensi e impattanti.

Ma entriamo nel merito delle convinzioni diffuse sui migranti e la risposta in prontuario.

1. Siamo di fronte a un’invasione!

Fonte: Migranti in cammino a Brezice, Slovenia. Srdjan Zivulovic, Reuters
Fonte: Migranti in cammino a Brezice, Slovenia. Srdjan Zivulovic, Reuters

La replica: “Nell’Unione Europea, su oltre 500 milioni di residenti di ogni età (510 milioni) nel 2015, solo il 7% è costituito da immigrati (35 milioni), mentre gli autoctoni sono la stragrande maggioranza (93%, pari a 473 milioni). La quota di stranieri varia notevolmente tra i Paesi europei (il 10% in Spagna, il 9% in Germania, l’8% nel Regno Unito e in Italia, il 7% in Francia). È curioso, però, che i Paesi più ostili all’accoglienza degli immigrati sono quelli che ne hanno di meno: la Croazia, la Slovacchia e l’Ungheria, ad esempio, che ne hanno circa l’1%”.

Ma parliamo di lavoro.

2. Ma non c’è lavoro neanche per gli italiani, non possiamo accoglierli!

Fonte: Web
Fonte: Web

La risposta: “Per mantenere sostanzialmente inalterata la popolazione italiana dei 15-64enni nel prossimo decennio, visto che tra il 2015 e il 2025 gli italiani diminuiranno di 1,8 milioni, è invece necessario un aumento degli immigrati di circa 1,6 milioni di persone: si tratta di un fabbisogno indispensabile per compensare la riduzione della popolazione italiana in età lavorativa”.

3. Sì, ma questi ci rubano il lavoro!

Fonte: Web
Fonte: Web

La risposta: “Agli immigrati sono riservati solo i lavori non qualificati, in gran parte rifiutati dagli italiani: gli stranieri non riducono l’occupazione degli italiani, ma occupano progressivamente le posizioni meno qualificate abbandonate dagli autoctoni, soprattutto nei servizi alla persona, nelle costruzioni e in agricoltura: settori in cui il lavoro è prevalentemente manuale, più pesante, con remunerazioni modeste e con contratti non stabili. Dai dati più aggiornati del 2015, infatti, emerge che oltre un terzo degli immigrati svolge lavori non qualificati (36% contro il 9% degli italiani)”.

4. Sarà, però ci tolgono risorse per il welfare.

Fonte: Il Messaggero
Fonte: Il Messaggero

La risposta: “I costi complessivi dell’immigrazione, tra welfare e settore della sicurezza, sono inferiori al 2% della spesa pubblica. Dopodiché, gli stranieri sono soprattutto contribuenti: nel 2014 i loro contributi previdenziali hanno raggiunto quota 11 miliardi, e si può calcolare che equivalgono a 640mila pensioni italiane. Col particolare che i pensionati stranieri sono solo 100mila, mentre i pensionati totali oltre 16 milioni”.

Ma vediamo anche la risposta a due comuni obiezioni: gli immigrati sono troppi e la questione dei 35 euro al giorno.

5. Comunque i rifugiati sono troppi, non c’è abbastanza spazio in Europa!

Soldati macedoni stendono una barriera di filo spinato al confine con la Grecia, tra Gevgelija e Idomeni. Mauricio Lima
Fonte: Soldati macedoni stendono e filo spinato al confine con la Grecia. Mauricio Lima

La risposta: “Dei 16 milioni complessivi – scrivono i Radicali – solo 1,3 milioni sono ospitati nei 28 Paesi dell’Unione europea (8,3%), tra cui l’Italia (118mila, pari allo 0,7%). I Paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati nel 2015 sono la Turchia (2,5 milioni), il Pakistan (1,6 milioni), il Libano (1,1 milioni) e la Giordania (664 mila)”.

6. Certo, e allora li ospitiamo negli alberghi.

Fonte: Profughi accampati alla stazione centrale di Budapest. Mauricio Lima

La risposta: “I centri di accoglienza straordinaria sono strutture temporanee cui il ministero dell’Interno ha fatto ricorso, a partire dal 2014, in considerazione dell’aumento del flusso: le prefetture, insieme alle Regioni e agli enti locali, cercano ulteriori posti di accoglienza nei singoli territori regionali, e quando non li trovano si rivolgono anche a strutture alberghiere. Si tratta di una gestione straordinaria ed emergenziale, spesso criticata in primo luogo da chi si occupa di asilo, perché improvvisata, in molti casi non conforme agli standard minimi di accoglienza e quindi inadatta ad attuare percorsi di autonomia. Quindi sono uno scandalo non gli alberghi, ma la mala gestione e l’assenza di servizi forniti in quei centri improvvisati”.

7. E diamo loro 35 euro al giorno per non fare niente!

Migranti scortati dalla Polizia verso un centro di identificazione in Germania, Michael Dalder, Reuters
Fonte: Migranti scortati  verso un centro di identificazione in Germania, Michael Dalder, Reuters

La risposta: “In Italia, nel 2014, sono stati spesi complessivamente per l’accoglienza 630 milioni di euro, e nel 2015 circa 1 miliardo e 162 milioni. Il costo medio per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno (45 per i minori) che non finiscono in tasca ai migranti ma vengono erogati agli enti gestori dei centri e servono a coprire le spese di gestione e manutenzione, ma anche a pagare lo stipendio degli operatori che ci lavorano. Della somma complessiva solo 2,5 euro in media, il cosiddetto “pocket money”, è la cifra che viene data ai migranti per le piccole spese quotidiane (dalle ricariche telefoniche alle sigarette)”.

E, infine, questione terrorismo.

8. Sì, però i terroristi islamici sfruttano i flussi migratori per fare attentati e conquistare l’Europa!

Fonte: Un uomo scappa proteggendo la figlia dagli scontri con la polizia a Horgos, frontiera tra Serbia e Ungheria. Sergey Ponomarev
Fonte: Un uomo protegge la figlia dagli scontri con la polizia, frontiera tra Serbia e Ungheria. Sergey Ponomarev

La risposta: “Limitando l’osservazione al terrorismo islamista, i primi 5 Paesi con la maggiore quota di morti sono l’Afghanistan (25%), l’Iraq (24%), la Nigeria (23%), la Siria (12%), il Niger (4%) e la Somalia (3%). Le vittime dell’Europa occidentale rappresentano una quota residuale, inferiore all’1%. L`Italia è terra d’immigrazione con molti cristiani ortodossi: oltre 2 milioni tra ucraini, romeni, moldavi e altre nazionalità. Seguono circa 1 milione e 700mila persone di religione musulmana (compresi gli irregolari e minori), meno di un terzo del totale degli oltre 5 milioni di stranieri in Italia. In Europa solo il 5,8 per cento della popolazione è di religione islamica”.

 

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