Eutanasia: tragico epilogo per due gemelli uniti dalla nascita fino alla morte

Belgio. Una coppia di gemelli sordi dalla nascita, scelgono di ricorrere all'eutanasia prima di diventare anche ciechi. "Insopportabile l'idea che rimanessero isolati l'uno dall'altro" motiva il dottore che ha eseguito l'ultima iniezione.

Commuove e fa discutere la triste storia di una coppia di gemelli di Anversa, che ha deciso di ricorrere all’eutanasia per mettere fine alle loro vite. I due, infatti, oltre ad essere quasi identici e vivere quel particolare legame che unisce i gemelli, erano sordi dalla nascita e comunicavano tra loro con una particolare e personale variante dell’alfabeto dei segni che gli aveva permesso di vivere insieme e di lavorare come calzolai. Tuttavia i gemelli, dopo aver scoperto che in breve tempo avrebbe perso anche la vista, si sono rivolti ad medico chiedendo di poter ricorrere alla “dolce morte”, in Belgio legale dal 2002. Non potevano sopportare la cecità, il non vedersi più e non essere più in grado di comunicare tra loro.

Secondo la legislazione belga per avere diritto all’eutanasia  il paziente deve essere adulto, in grado di intendere e di volere e il suo desiderio di morte deve essere volontario e ripetuto. Inoltre il paziente deve soffrire di dolori fisici e psicologici insopportabili e che non possono essere attenuati con i farmaci e la medicina. Così il medico ha concesso loro la dolce morte, dichiarando che non è stata una decisione presa per la loro sordità e cecità, ma per il fatto che non avrebbero sopportato di vivere uno isolato dall’altro.  Lo scorso 14 dicembre, secondo la stampa fiamminga, si sarebbe conclusa la triste vicenda. I gemelli di soli 45 anni, supportati fino all’ultimo dai familiari, con serenità, dopo aver bevuto un’ultima tazza di caffè e dopo essersi salutati augurandosi di rivedersi in un nuovo mondo, si sono sottoposti ad un’ultima iniezione. Incalza intanto il dibattito sui limiti dell’eutanasia: in Belgio, come in Olanda, sempre più persone ricorro all’eutanasia  e solo nel 2011 sarebbero stati 1133 i casi, di questi il 72% era malata di cancro mentre l’86% aveva almeno 60 anni. La legge è in fase di rielaborazione, per estendere il diritto di dolce morte anche ai minorenni malati terminali e ai malati di Alzheimer.

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