Ikea ormai non è più solo un marchio. È un nome che ha valore per antonomasia. Chi non ricorda per esempio quella scena di “Friends” in cui Phoebe, dovendosi fingere una massaggiatrice svedese, dice di chiamarsi proprio Ikea? O quello strano fenomeno che colpisce tutti coloro per cui l’inutile è indispensabile e che Chuck Palahniuk chiama in “Fight Club” la «tendenza al nido Ikea»?

Diciamoci la verità: Ikea piace soprattutto a noi donne. Non è semplicemente una questione di shopping, e certo i maschietti da Ikea non se ne vanno ciondolando da una poltrona all’altra come accade invece in qualunque negozio di scarpe. Sono tante le ragioni per cui questi negozi ci piacciono. Per cui maciniamo talvolta anche centinaia di chilometri – immaginiamo di essere in Puglia, dal tacco di Santa Maria di Leuca a Bari, ci sono ben 234 chilometri per arrivare a un negozio Ikea. Ma quali sono queste ragioni?

1.I prezzi

Ikea perché noi donne amiamo tanto andarci
Fonte: Pixabay

Pur volendo essere poetiche, dobbiamo essere prosaiche (e pratiche). I prezzi di Ikea non si battono, è una realtà. Una nostra amica ci ha detto che la cugina del conoscente della vicina di casa, una volta con dieci euro, ha comprato un vassoio per la colazione, una portata di flute, un pupazzetto per la bambina, delle candele profumate, una libreria Billy e le hanno pure dato venti centesimi di resto.

2.Le polpette

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Fonte: Pixabay

Ma anche gli hot dog non scherzano. Perché anche fare shopping mette fame e nessuna di noi ha voglia di mettersi a cercare un bar, un ristorante, una trattoria, un self service talvolta nel bel mezzo del nulla, perché magari il negozio Ikea si trova a ridosso di una tangenziale.

3.Le librerie

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Fonte: Pixabay

Che poi non sono solo librerie, sono proprio uno stile di vita. Ci possiamo ficcare di tutto dentro, dalla collezione di Tex Willer che nostro nonno ci ha lasciato dagli anni ’60, ai preziosi vinili fino ai cataloghi d’arte e alle bomboniere kitsch di matrimoni e battesimi di tutte le nostre amiche. Ah già, dentro si possono mettere pure i libri.

4.Il reparto giocattoli

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Fonte: Pixabay

Pieno di colori, con tanti giochi e giocattoli sicuri, divertenti, stimolanti. È il posto ideale dove prendere un piccolo dono ai bimbi di una delle nostre amiche di cui sopra. Tipo le costruzioni, o le macchinine con la pista che va a pile, o le bambole, o… va be’, giù la maschera. Tanto in quel reparto ci andiamo anche in assenza di bimbi nelle nostre vite.

5.Gli utensili da cucina

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Fonte: Pixabay

Da Ikea non è difficile trovare degli utensili multiuso che nessuno aveva mai pensato prima. Rientra tutto nel concetto di inutile che diventa all’improvviso utile. Ma soprattutto necessario, fondamentale, oseremmo dire vitale. In fondo, chi non ha mai desiderato un apribottiglie che diventa lente d’ingrandimento?

6.Le candele

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Fonte: Pixabay

Perché quale donna non ha un costante bisogno di candele? Le accendiamo per farci il bagno nella vasca, per una serata rilassante – oppure molto intima con la persona amata – per una cena all’esterno con i nostri amici. Almeno è quella parte di noi che si vede nei film. Recarsi nella sezione candele di Ikea è per molte di noi come l’esperienza di un bambino che visita la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.

7.I pupazzi

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Fonte: Facebook @ Gatto Morto

Perché il topone dell’Ikea non è semplicemente famoso per essere un personaggio delle avventure di Gatto Morto su Facebook. È divertente, morbido e soprattutto adatto a tutte le età. Così non dobbiamo vergognarci di quanto ci piace.

8.Il sito

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Fonte: Ikea

C’è che l’allegra gitarella all’Ikea (o il lungo viaggio) parte da lontano. Comincia con una visitina al sito, dove iniziamo a farci un’idea sui prezzi, ci lasciamo andare alle composizioni che sono economiche anche dal punto di vista dello spazio, e ci incantano e ci ispirano grazie alle intuizioni degli architetti che le hanno concepite, e che vedremo live una volta in negozio. Non dobbiamo dimenticare che Ikea significa soprattutto libertà, la libertà che il fai da te possiede. E anche il divertimento che ne scaturisce. Perché alcune di noi si divertono da matti a montare i mobili. O magari, anche se sono bravissime a farlo, sfruttano l’occasione per farsi aiutare dall’aitante vicino di casa.

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