Per la serie: quando dei disegni diventano materia legale che tiene banco sui social network. Lo sapevate che i giornali non possono pubblicare l’interno delle chiese, a meno di una dispensa della curia di riferimento, per ragioni di copyright? Oppure che chiunque può creare un fumetto con Braccio di Ferro, perché il diritto d’autore è, in un certo senso, scaduto? Le leggi sul diritto d’autore sono tantissime, cambiano da Paese a Paese e talvolta sono misteriose. Lo sta scoprendo a sue spese Tuesday Bassen, una giovane illustratrice californiana, che in questi giorni è alla ribalta della cronaca mondiale per aver accusato Zara di averle “rubato” i disegni.

Ma partiamo dal principio per raccontare questa storia. La donna protagonista si chiama Tuesday Bassen. In passato ha collaborato con molti marchi, da Playboy al Newyorker, passando per Nike e Adidas. Come tanti artisti, si tiene in contatto con i fan attraverso o social, Twitter e Instagram in particolare. È stato proprio su quest’ultimo, che i fan hanno iniziato a incalzarla, dicendole che avevano notato troppi e strani parallelismi tra i suoi disegni e quelli che Zara utilizza sui suoi modelli in diverse collezioni.

Così, dopo aver raccolto un po’ di materiale, grazie anche ai suoi fan, Tuesday ha contattato il suo legale, che tuttavia le ha sconsigliato di intraprendere un’azione legale contro Zara (Marchio Inditex), che comunque rappresenta un colosso del commercio. L’illustratrice non è ricca e non poteva permettersi di affrontare quelle spese legali, tuttavia ha cercato di contattare l’azienda.

La risposta non si è fatta attendere ma non è stata certo quella che si aspettava l’artista californiana

Zara ha scritto in una mail poi condivisa sul profilo Instagram:

Respingiamo i vostri reclami per ragioni analoghe a quelle già fornite in precedenza. La mancanza di carattere distintivo nei disegni che si presume siano della sua cliente rende molto difficile stabilire che una parte significativa della popolazione ovunque nel mondo assocerebbe i disegni a Tuesday Bassen.

In altre parole, è una questione di numeri: per quanto brava e seguita, Tuesday non fa certo i numeri di Zara né di qualunque altro marchio o azienda simile – come Bershka (e anch’esso brand Inditex) anch’essa messa sotto accusa dall’illustratrice. L’artista sta ampliando la sua fama: in questi giorni i suoi follower su Instagram sono aumentati del 50% diventando oltre 150mila. Questo accade non solo perché in molti hanno stimato e apprezzato il suo lavoro, ma anche per un sorta di empatia che collega tutti i giovani che cercano di svolgere un mestiere creativo in un mondo estremamente globalizzato.

Ma la fortuna di Tuesday sta girando anche in un altro senso. Perché l’azienda da lei accusata, la Inditex, ha pensato bene di sospendere dal commercio tutte le merci che potenzialmente potrebbero contenere uno dei disegni dell’artista californiana. La Inditex ha reso noto:

Inditex è stata recentemente contattata dai legali di Tuesday Bassen, che ha notato l’uso delle illustrazioni in alcuni distintivi di provenienza esterna e sugli abiti dei negozi di questo gruppo. Inditex rispetta la creatività delle terze parti e prende tutte le rivendicazioni in materia di diritti di proprietà intellettuale di terzi molto sul serio.

E mentre la rete si sta sollevando letteralmente, pendendo dalla parte della giovane Tuesday e contro il colosso Zara, l’illustratrice sta proseguendo la sua opera di riconoscimento anche e non solo per se stessa, ma per rispetto ai suoi colleghi. In un recente post su Instagram, infatti, la donna ha evidenziato come i presunti disegni a lei “rubati” siano sei, ma ce ne siano 34 di altri artisti. Inoltre, Tuesday ha lamentato come Zara abbia bloccato su Instagram le menzioni da parte del profilo ShopArtTheft, che raccoglie tutte le accuse degli artisti nei confronti del marchio. Tuesday ha scritto a questo proposito:

È molto peggio di quello che pensassimo.

Solo il tempo potrà dare ragione all’una o all’altra parte, per cui stiamo a vedere che accadrà nei prossimi mesi.

E intanto i social cinguettano e taggano…

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