Il dramma di due genitori affidatari: "Se state leggendo è perché ci state cercando"

La storia di Tiziana e Mauro e delle loro bambine in affido, Bianca e Sabrina, sta commovendo il web dopo l'appello disperato della donna che si è vista strappare via le figlie per non vederle mai più.

Cosa significa davvero essere genitori? È un semplice legame di sangue oppure qualcosa di più, un legame forte e indissolubile che nasce con il tempo, che cresce e che spesso non guarda in faccia le parentele, ma viene dritto dal cuore? Se lo chiedono oggi Tiziana Cardile e Mauro Ferri, coniugi di Torino che in quattro hanno hanno imparato ad essere genitori grazie a due splendide bambine. Tiziana e Mauro infatti sono la famiglia affidataria a cui Bianca e Sabrina sono state prima affidate, quattro anni fa, e poi strappate via, senza troppe domande e senza tanti preamboli.

Le piccole sono state dichiarate dai servizi sociali adottabili, per questo non potranno più vivere con i loro genitori affidatari, ma saranno adottate da altre due famiglie. E si perché Bianca e Sabrina non solo sono state strappate a quelli che fino ad oggi consideravano i loro genitori, ma sono anche state divise per andare ognuna in una famiglia diversa.

A raccontarlo è Tiziana Cardile che su Facebook ha scritto un lungo messaggio in cui non solo ha raccontato quanto accaduto alla sua splendida famiglia – come documentano le foto – ma ha anche lanciato un appello disperato a Bianca e Sabrina. Le bimbe infatti non potranno più avere contatti né con lei né con il marito, ma loro sperano che in futuro possano sentire il desiderio di ritrovare quella famiglia in cui hanno vissuto e dove sono state amate come figlie. Un destino crudele quello toccato a queste persone, piombato come un fulmine a ciel sereno dopo anni in cui si erano ormai creati legami e affetti indissolubili.

Ciò che non sapete è che noi abbiamo tentato qualsiasi cosa per riportarVi a casa ma nulla è stato possibile. Non pensavamo potesse finire così.

Ha scritto Tiziana Cardile rivolgendosi alle figlie

Non pensavamo che i servizi sociali, che sicuramente da tempo avevano stabilito un nuovo progetto per voi, ci mettessero di fronte al fatto compiuto senza darci nessuna possibilità. Ci è stato detto che non eravamo nell’elenco delle famiglie adottive che erano in possesso dei requisiti adeguati; che anche noi probabilmente avevamo tutti i requisiti ma che dovevamo essere “valutati” e questo richiedeva tempo e tempo non ce n’era più. Che l’avervi avute in affido per 4 anni durante i quali avevamo imparato ad amarci e ad essere una bella famiglia non aveva alcun valore.

Una famiglia, quella di cui parla Tiziana, che è stata spazzata via in un momento da leggi e burocrazie che spesso vanno contro ciò che dovrebbe essere ragionevole e giusto. Esiste infatti una riforma, approvata dal Parlamento nel 2015, che prevede la cosiddetta continuità degli affetti, ossia consente che i bambini in affidamento presso una famiglia possano essere adottati da quest’ultima se considerata idonea, senza essere strappati via e trasferiti – magari come in questo caso dopo anni – per vivere in una nuova famiglia. Eppure le cose non sembrano essere cambiate…

Quello che dovete ricordare sempre è che se un giorno ci cercherete, noi non potremo farlo perché i Vs cognomi cambieranno, saremo qui ad aspettarvi, che la casa dove avete vissuto sarà per sempre la vostra casa e che ancora speriamo che Toffee con la quale siete state cucciole insieme possa mantenere la promessa di essere, un giorno, un vecchio cane che accompagna due meravigliose e coraggiose giovani guerriere a discutere la tesi di laurea. Mamma e Papà.

 

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