I social network hanno cambiato il modo con cui ci approcciamo alla realtà, tanto che siamo quasi arrivati all’assurda situazione in cui se qualcosa non c’è su Facebook, allora è come se non esistesse. La linea che divide la sfera privata da quella pubblica si è sempre fatta più labile ed esperienze che prima erano appannaggio di pochi intimi si sono riversate in rete, per diventare spettacolo globale, e la cosa ha iniziato a interessare non solo eventi lieti, seppure molto intimi, come i parti, ma addirittura tragedie come la morte.

È il caso del ventunenne texano, già padre, Darren Mitchell che è rimasto intrappolato nel proprio furgone durante la terribile tempesta che ha sconvolto gli Stati Uniti negli ultimi giorni.  Dopo essere riuscito a chiamare la famiglia e ad avvisarli di essere rimasto bloccato, ma che ormai “era tutto a posto” e già fuori dal veicolo, ha sfruttato gli ultimi istanti di vita per postare su Facebook uno scatto della sua drammatica situazione, con il semplice messaggio: “E tutto quello che volevo era tornare a casa”.

Il suo corpo è stato trovato diverse ore dopo, trascinato dalla tempesta per 2 chilometri, mentre dietro di sé lasciava quel terribile e angoscioso messaggio, a testimonianza dei suoi ultimi istanti.

Fonte: web
Fonte: web

Non possiamo sapere che cosa ha provato Darren in quel momento, non potremo mai conoscere cosa lo ha spinto a mentire ai propri cari rassicurandoli, quando era consapevole di non avere scampo, e non abbiamo idea del perché, al contrario, abbia voluto lasciare una testimonianza così forte, a disposizione di tutta la rete. Si tratta di una situazione in cui è meglio astenersi da ogni giudizio, in quanto immedesimarsi in lui è un’operazione che davvero non possiamo fare.

Tuttavia è chiaro come la differenza tra i social e il mondo reale si sia fatta ancora più piccola, dato che ormai nella propria bacheca si può correre il rischio di incappare anche in incidenti mortali, alla pari di quando si cammina per strada. La questione cruciale è che la rete, se pur inizia a coincidere con la realtà, non potrà mai esserne identica, in quanto ha potenzialità di visibilità molto più ampie. Non si tratta solo di rendere virtuale ciò che è reale, ma anche di renderlo, per l’appunto, social e quindi “di tutti”.

Darren ha voluto rendere i suoi ultimi istanti una realtà che fosse visibile a moltissime persone, forse per sentirsi meno solo in quel momento, o chissà per quale altro motivo. Situazione molto diversa rispetto a chi invece è andato incontro alla morte, perché alla disperata ricerca di selfie troppo estremi, e per i quali la ricerca di popolarità è stata fatale.

Darren invece non era alla ricerca di nessun selfie e quindi non possiamo che dispiacerci per la sua morte e rivolgere un pensiero di conforto per la famiglia, e al contempo iniziare a renderci conto di cosa ormai siano diventati i social: realtà a tutti gli effetti.

 

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!